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Enrico, se tu fossi qui

«Quell’estate di 40 anni fa rimarrà per altri versi la più bella della mia vita di bambino che diventava adolescente. Era il tempo degli esami di terza media, di un amore struggente e naturalmente…

Pubblicato il: 07/06/2024 – 12:52
di Mario Campanella*
Enrico, se tu fossi qui

«Quell’estate di 40 anni fa rimarrà per altri versi la più bella della mia vita di bambino che diventava adolescente. Era il tempo degli esami di terza media, di un amore struggente e naturalmente infantile e dell’arrivo di Maradona a Napoli.
Quella maledetta sera di Padova in cui Enrico Berlinguer sì accasciò durante un comizio per le europee non ebbi la sensazione che stesse morendo. La mia famiglia era socialista ma aveva votato PCI. Lo aveva fatto perché credeva in Berlinguer, nella casa per tutti, nella parità dei diritti.
Forse la politica morì quel giorno stesso, cinque anni prima che cadesse il muro. In seguito avrei capito che Craxi era il vero statista di quegli anni di confine e l’uomo che avrebbe potuto realmente portare una sinistra moderna a essere maggioranza.
Ma l’amore per Berlinguer è iconoclastico e non conosce ragioni politiche. Giulio Adimari e Arnaldo Golletti, che all’epoca erano consiglieri comunali del MSI si recarono a Corso Mazzini nella sede del partito a portare il loro dolore. Addirittura Golletti andò ai funerali, confuso in uno dei tanti pullman di compagni.
Quel volto bello e rugato di un sardo aspro, seppure di famiglia ricca e borghese, era esso stesso una raffigurazione mistica.
Era la speranza, anch’essa per molti versi religiosa, di portare la classe operaia in Paradiso.
Berlinguer è rimasto un simbolo, una suggestione, un mito. La sua denuncia sulla degenerazione morale dei partiti non era semplicemente un richiamo retorico ma una richiesta di rispetto per la politica.
Qualsiasi anticomunista radicale dinanzi alla foto di Berlinguer rimarrebbe in deferente silenzio.
Di quella Italia che si autodenigrava ma che era la quarta potenza mondiale oggi non è rimasta traccia.
Gli epigoni di Berlinguer sono diventati grandi imprenditori. La Chiesa che era il PCI è caduta per implosione.
Se Enrico fosse qui ci basterebbe solo un sorriso come scrive Venditti. Quel sorriso che squarciava i veli della rassegnazione. E che induceva a tacere, nella paura di dire cose inesatte. Seppure sia andato via troppo giovane lo ha fatto sul campo, come ogni grande attore desidererebbe in vita. E in quel campo continuano a crescere le rose».

*Giornalista

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