«Si dovrebbe stare nel posto in cui si trovi la maggior felicità possibile. Dove si vuole stare, che sia il luogo di nascita o di elezione. Che se un posto è brutto, che si perda, sparisca e svanisca senza rimpianti. I sogni sono buoni se si lotta per realizzarli, se danno coraggio, spinta. L’illusione è la retorica che consola, inevitabilmente diventa rassegnazione. La benzina del Feudo è la rassegnazione: la crea e paga per crearla. Se uno si convincesse che il posto migliore per vivere sia il Sud dovrebbe cominciare a percuotere la corazza che protegge il sistema di potere che lo governa. Ogni ambito ha un feudo, da ogni parte: in altri luoghi si consente una vita più dignitosa. Al Sud, ai feudi locali, i sistemi di potere superiori affidano il compito di spedire in giro la gente, per lavorare e per ogni altra utilità. Il Feudo spopola per statuto: lo fa nei modi che ormai tutti conosciamo, dal lavoro, alla salute, alle mafie. tutto ciò che faccia scappare è oro per i potentucoli nostrani. Svuota per prendersi il poco che c’è, svuota per vendere la terra ai migliori offerenti. Pensare che siano le classi dirigenti, per modo di dire, stratificate quelle buone a migliorare è un pensiero che nessuno ha mai avuto in testa, per la verità. Perché la verità è che al bisogno ci si è piegati, ci si piega, si starà ancora a capo chino. Per quelli che non si arrendono né al feudo né alla retorica la via d’obbligo è la lotta: smantellare pezzo per pezzo l’accrocco. Farlo prima che tutto sia devastato dagli hub energetici dalle colate di cemento e farlo sostenendo gli scampoli di lotta che in giro esistono, anche nella politica e nelle istituzioni, nonostante i de profundis interessati. Guardatevi intorno che tutto perso non lo è. Se volete un posto nel mondo non aspettatelo sul divano».
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