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inchiesta “recovery”

Cosenza, la rivelazione in una intercettazione. «Uno dei “Banana” si sta buttando pentito»

Da un dialogo captato, la notizia riportata di un possibile nuovo collaboratore di giustizia nel Cosentino

Pubblicato il: 08/06/2024 – 10:52
Cosenza, la rivelazione in una intercettazione. «Uno dei “Banana” si sta buttando pentito»

COSENZA Le confessioni dei pentiti spaventano, l’idea che un sodale possa saltare il fosso e raccontare tutto crea fibrillazione. Le “cantate”, mai come in questo periodo, diventano strumento utile a ricostruire business e gerarchie dei clan mentre nei sodalizi si misura la fedeltà dei sodali. A Cosenza, il pentitismo è diventato quasi una moda: non c’è operazione condotta dalla Dda che non spinga uno o più indagati a decedere di chiudere con il passato criminale in cerca di una via di fuga dalla mala. C’è chi si dimostra convinto della scelta compiuta, senza tentennamenti e chi invece si pente di essersi pentito. I casi più eclatanti, negli ultimi anni, conducono alla figura di Roberto Porcaro già reggente del clan degli “Italiani” e del suo «luogotenente» Danilo Turboli. Entrambi hanno vuotato il sacco nei verbali riempiti di racconti dinanzi ai magistrati antimafia della Distrettuale di Catanzaro, salvo poi rimangiarsi tutto asserendo di aver vomitato un cumulo di fesserie. Nella recente inchiesta della Dda di Catanzaro denominata “Recovery“, emerge – in una intercettazione – il timore per un possibile pentimento eccellente, quello di uno dei vertici dei “Banana“: gli “Zingari” di Cosenza che fanno riferimento alla famiglia Abbruzzese. Una famiglia che in passato ha vissuto il pentimento di Celestino Abbruzzese detto “Micetto” e della moglie Anna Palmieri.

«Me lo ha detto Livio…»

E’ il 6 luglio 2021, un pomeriggio caldo e soleggiato. A Cosenza, viene captata una conversazione tra soggetti intendi a cedere una dose di sostanza stupefacente. Si tratta di eroina. «Un trentino, tieni …». Chi acquista la dosa si lamenta dello stupefacente prelevato da tale Sandro. Il pusher «faceva provare vari tipi di sostanza stupefacente, alcune di esse giudicate troppo scadenti per essere vendute» e a tal proposito, l’acquirente affermava che lo stupefacente era «acido» e che i venditori – due fratelli – sarebbero peggio dei “Banana”. «Lui e il fratello sono proprio due … sono due luridi … sono proprio luridi, i banana erano luridi, ma loro sono proprio più luridi dei …». Il discorso aperto sui “Banana” spinge l’interlocutore a confessare di aver saputo da tale Livio che Marco Abbruzzese, della famiglia “Banana”, avrebbe intenzione di collaborare con la giustizia. «Dicono che i Banana si sta buttando pentito Marco… Me lo ha detto Livio l’altra sera, che l’ho trovato qua». (f.b.)

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