CATANZARO Partecipazioni poco trasparenti e spesso anche inutili. La Corte dei Conti segnala diverse criticità da parte degli enti locali della Calabria nella gestione delle “partecipate”. Nell’ultima relazione della Sezione delle Autonomie, la magistratura contabile annota che «gli enti calabresi obbligati alla revisione periodica delle partecipate possedute al 31 dicembre 2022 ammontano a 563, di cui, oltre alla Regione, 404 Comuni e 5 Città metropolitane/Province, nonché 9 enti del Servizio sanitario nazionale. Tra questi enti, a marzo 2024 – specifica la Corte dei Conti – 62 Comuni, la Provincia di Cosenza e la Regione hanno trasmesso gli atti alla Sezione. Per gli adempimenti di competenza 2021, a fine 2022, invece, sono risultati inadempienti 68 enti, nonostante il monitoraggio sia stato condotto con sistematicità, richiamando l’attenzione degli enti sull’obbligatorietà dell’adempimento attraverso specifici avvisi sull’applicativo gestionale in uso (Con.Te.) e ripetuti solleciti via e-mail». Per la Corte dei Conti inoltre «lo scrutinio degli atti ha fatto emergere, con riguardo agli enti locali, la prevalenza di partecipazioni pulviscolari a società consortili che gestiscono servizi pubblici. Frequentemente è emersa la genericità delle delibere di ricognizione periodica che non chiariscono sufficientemente i rapporti economici e patrimoniali dell’ente con la propria partecipata. È stata anche condotta un’attività istruttoria su una partecipazione ad una società in house che presentava, prima facie, profili di criticità gestionale riferiti soprattutto alla numerosità degli amministratori superiore a quella dei dipendenti e alla necessità di contenimento dei costi di funzionamento». (c. a.)
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