Una nuova conflittualità si prepara nel Paese e coinvolge il Governo e le Federazioni sportive. Il ministro Abodi ha reso noto che i controlli sul calcio non verranno più fatti dalle Federazioni sportive, ma sarà un “ente terzo”, nominato dal Governo, che vigilerà sullo sport professionistico. Sarà una sorta di “Covisoc” politico, partorito dalla mente del ministro leghista, Giorgetti, che sarà composta da sette elementi, cinque dei quali scelti dai ministeri dello Sport e dell’Economia e due indicate dalle Federazioni di Calcio e di Basket. Questi, a loro volta, coopteranno una terna di tecnici che sarà indicata dalle Federazioni di Calcio e di Basket. E i curricula di tutti saranno esaminati da una commissione di parlamentari (sic).
Se la proposta dovesse essere approvata dalle due Camere, anche lo Sport passerebbe nelle mani della politica, nonostante si voglia far credere il contrario. Insomma la “democrazia” sportiva rischia di essere invasa da una “dittatura” estranea all’ambiente.
Dunque è facile comprendere che la politica intende mettere le mani anche sullo sport; a cominciare dai presidenti delle Federazioni Sportive i cui curricula sarebbero esaminati da una commissione nominata dalla politica. Il che lascia pensare che, se non saranno “graditi”, potrebbero essere anche “bocciati”.
E non sarà semplice neppure per i Presidenti delle Federazioni Sportive, poiché la norma prevede la possibilità di richiedere chiarimenti interpretativi circa le loro elezioni. Se la proposta dovesse essere approvata dalle due Camere, anche lo Sport passerebbe nelle mani della politica, nonostante si voglia far credere il contrario. Insomma la “democrazia” sportiva rischia di essere invasa da una “dittatura” estranea all’ambiente.
Anche lo Sport, come si vede, sarà costretto a incamminarsi lungo una strada non soltanto lunga, ma anche piena di difficoltà. Tanto, se la “riforma” potrà essere (come si teme) causa anche della fine dello sport professionistico, la colpa sarà sempre di un signor “qualcuno”, impossibile da identificare, che “lavora” in nome e per conto non delle società sportive. Una sorta di “minkulpop” che agirà in nome e per conto del Governo.
E non sarà semplice neppure per i Presidenti delle Federazioni Sportive, poiché la norma prevede la possibilità di richiedere chiarimenti interpretativi circa le loro elezioni.
Se la proposta dovesse essere approvata dalle due Camere anche lo sport passerebbe nelle mani della politica, nonostante si voglia far credere il contrario. Insomma la “democrazia” sportiva rischia di essere invasa da una “dittatura” estranea all’ambiente.
Insomma si va a grandi passi verso un nuovo ente che vigilerà sul professionismo sportivo, con competenze incisive sulla “Covisoc” e poteri ispettivi sui bilanci delle società.
Anche lo Sport, come si vede, sarà costretto ad incamminarsi lungo una strada piena di difficoltà. Tanto, se la “riforma” potrà essere (come si teme) causa anche della fine dello sport professionistico, la colpa sarà sempre di un signor “qualcuno”, difficile da identificare, che avrà agito in nome e per conto del Governo.
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