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la confessione

‘Ndrangheta a Cosenza, Impieri: «Avrei sparato Maurizio Rango, Daniele Lamanna mi ha fermato»

Il pentito testimonia al processo che vede coinvolti Orlandino Greco e Aldo Figliuzzi. «L’ex suocero di Franco Pino faceva da collegamento con Greco e Figliuzzi»

Pubblicato il: 11/06/2024 – 15:30
di Fabio Benincasa
‘Ndrangheta a Cosenza, Impieri: «Avrei sparato Maurizio Rango, Daniele Lamanna mi ha fermato»

COSENZA Un collaboratore di giustizia chiamato, in aula, a ricordare quanto accaduto nel corso delle elezioni del 2008 e del 2013 a Castrolibero. Il processo che si celebra dinanzi al tribunale di Cosenza, in composizione collegiale si riempie delle dichiarazioni di Luciano Impieri, ex membro del clan “Rango-Zingari” “battezzato” nel 2009 da Franco Bruzzese.
Imputati nel procedimento scaturito dall’inchiesta condotta dalla Dda di Catanzaro: Orlandino Greco (attuale sindaco di Castrolibero) e Aldo Figliuzzi (ex vicesindaco). Entrambi – secondo l’accusa – avrebbero usufruito all’epoca dei fatti contestati del supporto della cosca “Bella Bella” e del gruppo criminale “Rango-Zingari“.
L’accusa è di concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione elettorale e voto di scambio. Secondo le contestazioni, Greco – già consigliere regionale del centrosinistra, sindaco di Castrolibero, ex consigliere provinciale ed esponente di IdM fresco di approdo alla Lega – e Aldo Figliuzzi – ex vicesindaco e assessore comunale di Castrolibero – dovrebbero i loro successi elettorali al sostegno ottenuto, in cambio di soldi e posti di lavoro promessi e concessi agli uomini dei clan cosentini.

L’esame di Impieri

Diversi “non ricordo” hanno accompagnato l’esame sostenuto dal pm Pierpaolo Bruni, all’epoca sostituto procuratore della Dda di Catanzaro e oggi procuratore capo a Santa Maria Capua Vetere costretto a sollecitare la memoria del testimone. «Ho avuto rapporti con Michele Bruni tramite gli “Zingari”, io facevo la staffetta per le rapine ai portavalori in Puglia. Conosco Adolfo Foggetti, conosciuto nel 2004 era con Michele Bruni e si occupava di rapine con lui e anche di spaccio». Queste le prime dichiarazioni, riferite a conoscenze e percorso criminale di Impieri. Che poi riavvolge il nastro dei ricordi. «Adolfo Foggetti, appena sono uscito dal carcere, è venuto a trovarmi con Daniele Lamanna e Ettore Sottile e mi chiedevano cosa si dicesse in carcere e cosa volessi fare, ho ribadito di essere sempre con loro».
Conosce Orlandino Greco? Chiede il pm. «Di persona no, ne ho sentito parlare ma non ricordo la voce da chi mi è arrivata che Greco ha aiutato il gruppo, Michele Bruni aveva mandato a chiedere soldi ad Orlandino». Il pentito, sollecitato, narra di un “viaggio” in moto a Castrolibero con in sella anche Adolfo Foggetti. «Siamo andati a trovare l’ex suocero di Franco Pino che doveva dei soldi ad Adolfo per l’aiuto che stavamo dando, sempre per questioni elettorali». «L’ex suocero faceva da collegamento con Orlandino Greco e Aldo Figliuzzi».
Foggetti – avrà modo di precisare Impieri – «mi aveva anticipato la consegna di denaro di Figliuzzi tramite l’ex suocero di Pino per il procacciamento di voti per le elezioni di Castrolibero, ma non ricordo i tempi della competizione elettorale». L’ex suocero di Franco Pino e Adolfo Foggetti «dicevano che stava facendo troppe parole», il riferimento è ad Aldo Figliuzzi che non avrebbe consegnato i soldi previsti. «Noi ci lamentavamo con Daniele Lamanna e Maurizio Rango, ci dicevano che non avevano dato i soldi». Il pentito poi racconto di essersi recato a casa di «Mario Esposito per fargli capire che doveva recuperare i soldi, Figliuzzi aveva promesso 3mila euro, ricordo questa cifra». Tuttavia dietro la presunta reticenza dell’ex vicesindaco ci sarebbe un «disguido con Alessandro Esposito, fratello di Mario. Figliuzzi lo accusava di fare il doppio gioco e appoggiare un altro candidato». La situazione di stallo innervosisce gli uomini del clan. «Ci siamo visti ad un bar di Cosenza con Figliuzzi che doveva essere picchiato da noi: erano presenti Lamanna, Sottile, Foggetti e Rango oltre a me», dice Impieri. Che aggiunge: «Figliuzzi è arrivato a bordo di una Mercedes grigia Classe A. Appena è sceso ha iniziato a parlare, aveva capito che sarebbe stato picchiato». La questione si sarebbe poi risolta. «Rango – sostiene il pentito – disse che era tutto apposto con lui». Impieri in realtà ammette di conoscere da tempo Figliuzzi. Il pm chiede lumi sulla circostanza. «Nel 2006-2007 ero ai domiciliari e l’ho mandato a chiamare (Figliuzzi, ndr) perché volevo entrare in una cooperativa. Era lui che dirigeva la cooperativa. Mi disse non ti preoccupare. L’assunzione poi non ci fu». Per quanto riguarda Greco, invece, il collaboratore di giustizia riferisce di una «donazione da 20mila euro fatta da parte del sindaco di Castrolibero», circostanza riferitagli da Foggetti.

Le manifestazioni elettorali

Impieri si mostra tiepido dinanzi le questioni elettorali. «Ero stato invitato ad una cosa elettorale da una persona che sapeva che io e Aldo Figliuzzi eravamo amici. Sono anche andato in questa piazza, ma non ho ascoltato. Mi dissero che per ogni voto veniva dato 50 euro a questa persona e alla sua famiglia e che sarebbe rimasto anche nella sua casa. Era il 2006». Questa “disaffezione” per la politica da parte del pentito emerge nitidamente anche nel corso del controesame sostenuto dall’avvocato di Aldo Figliuzzi, Pasquale Naccarato. Delle elezioni del 2008 a Castrolibero ha conoscenza diretta? È stato coinvolto? «Non ricordo bene». Della campagna elettorale di Castrolibero si è mai interessato? «La politica non mi attirava, c’erano troppe chiacchiere. Accompagnavo ed ascoltavo ma non ho mai procacciato voti».Di queste campagne elettorali precedenti al 2013 non sa nulla? Chiede invece l’avvocato di Orlandino Greco, Franco Sammarco. «Niente, confermo», risponde Impieri.

Il distacco dagli “zingari”

La memoria non aiuta Impieri che difetta nel ricordare l’anno esatto dell’addio al clan Rango-Zingari e del suo contestuale avvicinamento a Mario Gatto. «Vado via dagli Zingari e mi avvicino a Mario Gatto. I disguidi iniziano sull’estorsione a Piazza Bilotti. Mi pare fosse Marzo-Aprile 2014». Perché litiga con Rango? Non mi piaceva perché passava subito alle mani. Invece di un’organizzazione, ognuno faceva quello che voleva e per questo mi sono allontanato. Rango faceva estorsioni sottobanco e deve ringraziare Daniele Lamanna sennò l’avevo già sparato. Mi ha fatto cadere la pistola e per questo ringrazierò sempre Lamanna».
(f.benincasa@corrierecal.it)

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