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Bombardieri: «Sparita la parola legalità, invece bisogna aumentare il livello di attenzione»

Il leader della Uil inaugura in Calabria la Scuola di Formazione Antimafia. «Da qui un segnale per tutta l‘Italia». «Contento per Mimmo Lucano»

Pubblicato il: 12/06/2024 – 12:13
Bombardieri: «Sparita la parola legalità, invece bisogna aumentare il livello di attenzione»

GIZZERIA «Con questa iniziativa vogliamo ricordare che c’è un tema che riguarda questo Paese e che riguarda la legalità in questo Paese. La legalità è parlare di mafia, è parlare di chi viola i contratti sul lavoro, di chi non applica le norme sulla sicurezza. La sensazione che non se ne parli più». Lo ha detto il segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri, a Gizzeria per inaugurare la Scuola di Alta Formazione Antimafia promossa insieme all’associazione #Noi che ha come presidente onorario la giornalista di Repubblica Federica Angeli, che da anni vive sotto scorta.  Secondo Bombardieri «non è una questione solo calabrese, io vorrei ricordare che il processo più numeroso alla ‘ndrangheta è stato fatto in Emilia Romagna, quindi c’è un problema complessivo di infiltrazioni mafiose, c’è un problema di come le mafie si organizzano per gestire spesso fenomeni anche lavorativi. E noi come sindacato abbiamo sentito la necessità di formare e informare i nostri dirigenti e di essere pronti e attrezzati per rispondere di conseguenza. L’abbiamo fatto con Federica Angeli e con lei abbiamo creato questa prima scuola di alta formazione sulla mafia, intanto per conoscere, perché la conoscenza è l’elemento principale sul quale costruire poi le azioni. e poi per capire come muoversi contro una mafia che si è trasformata, che oggi gestisce grandi aziende o gestisce grandi situazioni e ovviamente mette in atto comportamenti che per noi non sono accettabili, come far lavorare i lavoratori in nero, non applicare le norme sulla sicurezza, tenere comportamenti intimidatori. Per noi – ha rimarcato il leader della Uil – non è accettabile, quindi c’è la necessità di partire dalla Calabria per dare questo segnale».

«Alzare ancora di più l’attenzione»

Un tema ovviamente di stringente attualità, come dimostra l’operazione di ieri della Dda di Reggio Calabria che ha evidenziato anche un coinvolgimento della politica. «Mi sembra – ha aggiunto Bombardieri – che alcune inchieste dimostrino esattamente questo, e quindi bisogna continuare non a tenere alta l’attenzione ma ad alzare ancora di più il livello di attenzione, che è un livello di attenzione sociale, di attenzione culturale, perché certe dinamiche finiscono per sacrificare sempre più deboli, non colpiscono mai chi gestisce grandi poteri ma chi deve lavorare, chi chiede di vedere rispettati i propri dritti. Ecco perché c’è la necessità di tenere ancora di più alta l’attenzione su questi temi. E’ chiaro – ha proseguito il leader della Uil – che noi ci troviamo di fronte ad una situazione nella quale le mafie investono, non sono le mafie di una volta, sono le mafie che oggi investono nei mercati finanziari, nei mercati azionari e ne investono in attività che possano permettere loro di riciclare i grandi proventi della mafia. Ecco perché anche in Emilia-Romagna noi abbiamo alzato un altro presidio di attenzione nella gestione di ristoranti, di bar, di alberghi che spesso poi comportano grandi problemi per i lavoratori e le lavoratrici perché è chiaro che la gestione da parte delle mafie, per esempio in Emilia-Romagna, ha portato alla chiusura di alcune strutture e alla perdita del posto di lavoro di molti lavoratori. Ecco perché è importante avere uno sguardo nazionale pur partendo dalla Calabria».

Da sinistra Senese, Bombardieri e Angeli

«Contento per Mimmo Lucano»

Uno sguardo alle Europee, con l’Italia che elegge 76 europarlamentari tra cui due estremi, Mimmo Lucano, simbolo delle politiche di accoglienza e integrazione dei migranti, e il generale Roberto Vannacci, campione dell’ultra-destra: «Non posso dare i giudizi sugli eletti perché – ha sostenuto Bombardieri – gli elettori hanno sempre ragione. Sono molto contento per Mimmo Lucano che ha aperto un’esperienza nuova in Calabria e ha posto un tema, che è quello dell’umanità con la quale noi dobbiamo trattare chi attraversa il Mediterraneo. Continuiamo a dire che sono persone e se noi veniamo meno ai principi di umanità, di solidarietà probabilmente qualche problema in più ce l’abbiamo. Quell’esperienza, al netto delle inchieste, delle indagini e della speculazione politica pone un tema. Come noi rispondiamo a chi oggi ha bisogno di aiuto? Io ne vorrei porre un altro con l’occasione: abbiamo molte aziende che ci dicono di non riuscire a trovare operai specializzati, abbiamo molte aziende che dicono di non essere in grado di trovare risposta alle loro esigenze professionali, ma sarebbe un’idea assurda prendere i migranti che sono in Italia, che non sono regolari, avviarli a dei corsi di formazione e rispondere a queste esigenze dell’azienda? Sarebbe un’idea assurda pensare che li sottraiamo alle richieste che spesso le mafie fanno per avere mano d’opera e manovalanza a basso costo? Ecco: io penso – ha concluso il segretario della Uil – che dall’esperienza di Mimmo Lucano, dai temi che noi abbiamo oggi sulla immigrazione, può partire una riflessione da condividere».

Senese: obiettivo è avere luoghi di lavoro sani

All’iniziativa di Gizzeria ha partecipato anche il segretario generale della Uil Calabria, Maria Elena Senese: «La Scuola di Formazione Antimafia – ha osservato Senese – è un percorso formativo che parte da qui, e che poi negli anni successivi sicuramente approfondiremo con altri percorsi. È un percorso che punta a formare i nostri quadri, i nostri dirigenti, i nostri delegati, che mira a dare loro gli strumenti utili per riconoscere le dinamiche nel mondo del lavoro legate alle infiltrazioni della criminalità organizzata, proprio con l’obiettivo di gestire quelle dinamiche e di arginarle il più possibile. È dunque un obiettivo ambizioso quello della Uil. che punta ad avere dei luoghi di lavoro più sani, più competitivi e un tessuto imprenditoriale sicuramente diverso rispetto a quello che abbiamo oggi». (a. cant.)

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