Si stima che l’anno scorso nel nostro Paese siano state circa 50 mila le nuove diagnosi di tumore del colon retto, il secondo tipo di cancro più diffuso tra le donne, il terzo tra gli uomini. Nella maggior parte dei casi questa neoplasia si può prevenire grazie al programma di screening offerto gratuitamente, ogni due anni, dal Servizio sanitario nazionale alle persone tra i 50 e 70 anni.
Ora – come riporta il Corriere della Sera – per la prima volta questo percorso di prevenzione diventa «green»: l’Asl Toscana nord ovest ha approvato un Percorso diagnostico-terapeutico assistenziale (PDTA) per lo screening del tumore al colon-retto, messo a punto da un gruppo di lavoro dell’azienda sanitaria, in cui si forniscono indicazioni specifiche legate alla sostenibilità ambientale.
In ambito sanitario, infatti, l’endoscopia è tra le discipline con più alto impatto di produzione di rifiuti non riciclabili per procedura ed è stato calcolato che un servizio di endoscopia ad alto volume (da 13 mila procedure l’anno) produce circa 550 chilogrammi di rifiuti a settimana, riciclati solo per il 29 per cento, tanto che nel 2022 la Società europea di Endoscopia gastrointestinale (ESGE) ha raccomandato l’esecuzione di endoscopie digestive ad emissione di Co2 zero entro il 2050. A riportarlo è un editoriale pubblicato sul British Medical Journal lo scorso novembre.
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