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inchiesta “recovery”

La contesa della piazza di spaccio di Montalto Uffugo. «Ti prendo e ti squarto»

Qualcuno prende male una minaccia esplicita nei confronti di un pusher impegnato nell’attività legata alla droga «al bivio»

Pubblicato il: 14/06/2024 – 9:15
La contesa della piazza di spaccio di Montalto Uffugo. «Ti prendo e ti squarto»

MONTALTO UFFUGO Era il novembre 2020 quando scattò l’operazione nome in codice Salamandra”, condotta dai Carabinieri dell’Aliquota Operativa della Compagnia di Rende, con il contributo delle Stazioni Carabinieri di Montalto Uffugo, Torano Castello e Lattarico. L’inchiesta consentì di ricostruire la rete e gli intrecci di un gruppo di soggetti operanti nel sempre florido settore del commercio di sostanze stupefacenti di diverse tipologie, dalla marijuana alle coltivazioni di cannabis, dall’hashish alla cocaina e di disarticolarne i canali di approvvigionamento e smercio. La “piazza di spaccio” di Montalto Uffugo, a distanza di anni torna ad essere al centro di una inchiesta coordinata dalla Dda di Catanzaro, denominata “Recovery“.

«Hanno toccato un ragazzo dei nostri»

Il controllo del territorio è al centro di un dialogo, intercettato, tra due soggetti indagati: Fabiano Ciranno detto “Fabio” e Luca Trotta. Per chi indaga, «si evince la connessione tra gli indagati e altri soggetti preposti alla vendita al dettaglio delle sostanze stupefacenti». E’ Trotta ad informare Ciranno di un problema: «hanno toccato un ragazzo dei nostri al bivio è andato». La tensione è alta, si parla di pistole e minacce: «qua stasera va a finire male». Ciranno avrà modo di raccontare l’accaduto ad un suo familiare. «Ora dobbiamo vedere…ragazzi del bivio sono andati ad una pizzeria là che S. gli dà la ‘roba’ per ‘venderla’, questi ci sono andati a fare l’imponenza: “che tu non sai con chi cazzo tieni a che fare, che tu qua non devi ‘vendere’ più niente che ti prendo e ti squarto” gli ha detto; quello poi si è spaventato, il ragazzo hai capito». E’ sempre Ciranno ad anticipare che da lì a breve sarebbe dovuto andare da Adolfo d’Ambrosio a rappresentare quanto accaduto: «ci sta aspettando Adolfo». Ciranno poi si recherà – da quanto emerso – prima da Massimo d’Ambrosio e subito dopo da Adolfo d’Ambrosio. Nel corso del primo colloquio, D’Ambrosio avrebbe chiesto lumi “sull’appartenenza” del soggetto “C.” che avrebbe aggredito verbalmente “S.” l’uomo vicino a Ciranno. Che suggerisce una ulteriore verifica degli eventuali rapporti di C. e poi avrebbero agito contro di lui: «ho detto aspettiamo, non è che c’è qualcuno dietro ho detto che tiene le spalle coperte e si… hai capito».

Lo spaccio

Dissidi a parte, chi indaga capta informazioni sulle modalità di vendita e di prezzo della droga, si apprende come alcuni interlocutori discutano presumibilmente discutendo di cessione di cocaina: «La mia io la vendo a cinquanta e io la vendo a ottanta (euro, ndr), ma tu mi rovini il mercato se tu la vendi a cinquanta ed io ad ottanta, allora ci vuole un punto d’incontro…mettiamoci tutti quanti allo stesso prezzo». (f.b.)

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