CATANZARO Segnali di ottimismo sul fronte occupazionale in Calabria. «Secondo le previsioni per l’intero 2024 formulate dalle imprese partecipanti all’indagine Invind condotta dalla Banca d’Italia i futuri livelli occupazionali sono previsti in ulteriore lieve crescita»: a sottolinearlo è la filiale di Catanzaro della Banca d’Italia nell’annuale rapporto sull’economia della Calabria, con riferimento al 2023. Il rapporto, pubblicato nei giorni scorsi dal Corriere della Calabria, dedica un capitolo specifico al tema del lavoro in Calabria, evidenziando come a livello regionale il trend lo scorso anno sia stato confortante: «Nel 2023 l’occupazione in regione ha continuato ad aumentare. Secondo i dati della Rilevazione sulle forze di lavoro dell’Istat il numero degli occupati è cresciuto dell’1,9 per cento rispetto all’anno prima. Sebbene più contenuto rispetto a quello registrato per l’Italia e il Mezzogiorno (rispettivamente 2,1 e 3,1 per cento), tale ulteriore aumento – sostiene la Banca d’Italia – ha consentito di riportare i livelli occupazionali a quelli del 2019. Il tasso di occupazione è salito al 44,6 per cento, un valore superiore a quello pre-pandemico anche per effetto del calo della popolazione in età lavorativa. Il divario dal dato italiano resta comunque particolarmente ampio e stabile a quasi 17 punti percentuali». Con riferimento ai settori per Bankitalia «l’aumento del numero di lavoratori è stato alimentato unicamente dai servizi; l’occupazione nelle costruzioni è lievemente diminuita dopo un biennio di forte espansione, mentre si è ulteriormente intensificata la riduzione nell’agricoltura. Nel complesso, la crescita ha riguardato sia la componente autonoma che quella alle dipendenze ed entrambi i generi, ma per gli uomini e gli autonomi l’occupazione non ha ancora recuperato i livelli del 2019. Distinguendo gli occupati per paese di nascita, la variazione positiva ha riguardato solo i lavoratori italiani a fronte di una lieve riduzione degli stranieri, la cui quota è cresciuta negli ultimi anni pur rimanendo contenuta».
Il miglioramento dei livelli occupazionali nel lavoro subordinato – aggiunge Bankitalia – «trova conferma anche nei dati dell’Osservatorio sul precariato dell’Inps: per il settore privato nel 2023 le nuove posizioni di lavoro alle dipendenze create in Calabria (assunzioni al netto delle cessazioni) sono state circa 11.000, un valore superiore a quello registrato l’anno precedente. In particolare, nonostante la ripresa degli impieghi a termine, la creazione netta di posti di lavoro ha continuato ad essere alimentata da un ampio ricorso ai contratti a tempo indeterminato, grazie anche alle trasformazioni di contratti temporanei attivati in precedenza. Oltre all’occupazione è cresciuta pure l’intensità di utilizzo del fattore lavoro: le ore lavorate settimanali hanno mostrato un incremento maggiore che nel complesso del Paese e il valore medio per occupato si è attestato su un livello in linea con quello italiano; tale andamento dipende anche dall’aumento del numero di lavoratori a tempo pieno a fronte di una riduzione degli occupati part-time (3,2 e -4,1 per cento, rispettivamente)». A queste dinamiche – scrive poi la Banca d’Italia – «è associata una diminuzione degli strumenti di integrazione salariale: nel corso del 2023 in Calabria sono state autorizzate quasi 5,2 milioni di ore tra Cassa integrazione guadagni (Cig) e Fondi di solidarietà, circa il 20 per cento in meno rispetto al 2022. In termini di occupati equivalenti, tali misure hanno interessato lo 0,7 per cento degli occupati dipendenti della regione (l’1,3 per cento in Italia). Segnali di ripresa del mercato del lavoro trovano conferma anche nella riduzione del ricorso alla Naspi (Nuova assicurazione sociale per l’impiego). Il numero di domande di accesso all’indennità presentate in Calabria sono state circa 77.000, quasi il 6 per cento in meno rispetto al 2022; in media le richieste di Naspi hanno riguardato poco meno di 20 persone ogni cento occupati dipendenti, un valore simile a quello pre-pandemia». Il futuro come detto induce all’ottimismo: per Bankitalia «secondo le previsioni per l’intero 2024 formulate dalle imprese partecipanti all’indagine Invind condotta dalla Banca d’Italia futuri livelli occupazionali sono previsti in ulteriore lieve crescita». (c. a.)
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