COSENZA Palazzi, appartamenti, terreni, negozi, capannoni, sale ricevimenti, palestre, laboratori. Il mondo delle aste immobiliari è il verso rovesciato del tessuto urbano: quello con le porte chiuse e le saracinesche abbassate. Disabitato, vuoto, in vendita.
Un sottobosco di fallimenti, dissapori, disperazione ma anche un’opportunità per acquistare a prezzi notevolmente più bassi rispetto a quelli di mercato. Perché per ogni immobile o terreno in vendita, c’è un debito che la banca ha fretta di recuperare. Molti di questi appartamenti continuano ad essere abitati da chi li ha acquistati e ha poi nel tempo accumulato un debito tale da determinare il pignoramento e poi la vendita disposta dal Tribunale. Sono storie a volte dolorosissime, di famiglie costrette a lasciare la loro casa, di fronte al rischio dell’intervento dei servizi sociali o delle forze dell’ordine. Immobili svenduti per recuperare le somme debitorie. Basta fare un giro sui siti dei Tribunali della provincia di Cosenza o sui portali specializzati, per scoprire quanto vantaggioso possa essere aggiudicarsi un bene venduto all’asta. Qualche esempio: un appartamento in centro a Cosenza, 144 metri quadri, 88mila euro. Un terreno nell’area urbana esteso su 13mila mq, 69mila euro. E parliamo di prezzi di base che possono essere ulteriormente ridotti.
«Bisogna chiarire che quando si arriva a mettere all’asta un bene c’è alla base una grossa esposizione debitoria che non è stato possibile sanare in altri modi» spiega Francesco Sicilia, avvocato cosentino che si occupa prevalentemente di esecuzioni immobiliari e procedure di liquidazione giudiziali. Dietro ognuna di queste vendite c’è un fallimento. Economico ma quasi sempre anche personale: di chi non è riuscito più a pagare il mutuo della sua casa o ha dovuto chiudere l’attività commerciale su cui aveva investito o ancora, è stato travolto da vicende private o dalla crisi economica.
«Due sono le principali categorie di persone interessate da queste procedure: imprenditori che per accedere al credito mettono a garanzia il proprio patrimonio – spiega Sicilia – e poi si trovano in cattive acque e non riescono a pagare le rate che intanto si accumulano fino a diventare ingestibili. La seconda categoria invece – continua – è quella di chi non ha grandi risorse economiche o la possibilità di essere aiutato dalla famiglia. Si tratta di quelle persone che si lanciano con entusiasmo nell’acquisto di una casa attraverso il mutuo, ma quando poi non riescono a pagare le rate mensili e non sanno come andare avanti, trascurano le conseguenze fin quando si trovano di fronte ad un pignoramento dell’immobile e poi al depauperamento del suo valore per poterlo vendere velocemente e garantire alla banca parte del debito».
Fino a qualche tempo fa erano molte le resistenze nei confronti delle aste immobiliari, soprattutto – ma non solo – di carattere etico. L’idea di sottrarre un bene a chi con sacrifici lo aveva acquistato, di andare a vivere nella casa che qualcun altro aveva dovuto lasciare per pagare i suoi debiti o la paura di subire ritorsioni o vendette da parte dell’ex proprietario, rappresentavano un deterrente. Oggi, con un sistema completamente riformato, si può partecipare all’asta rimanendo nell’anonimato, evitando che l’acquirente venga in contatto con il proprietario del bene.
«Abbiamo assistito ad una ampia riforma del sistema delle aste – spiega Sicilia – le offerte telematiche garantiscono trasparenza e riservatezza. La crescita del numero delle persone interessate ha fatto sì – dice – che oggi i procedimenti vengano pubblicizzati molto anche attraverso il web». E così gli annunci di beni su cui il Tribunale di Cosenza dispone la vendita sono tantissimi.
Tra pochi giorni si terrà l’asta per un immobile di 224 mq nel centro storico. Chi vorrà aggiudicarselo farà un’offerta minima di 35mila euro. Ci sono appartamenti da poche decine di euro, in aree marginali della città (via Popilia, centro storico, via degli Stadi), ma anche ville con rifiniture di lusso nell’area urbana. A fine mese si procederà alla vendita di un appartamento di oltre 100 mq ubicato nei pressi dell’ingresso autostradale, offerta minima 26.000 euro. Addentrandoci tra le vie del centro, in una zona centralissima, a ridosso di corso Mazzini, un appartamento da 160 mq a settembre verrà messo all’asta a partire da 59mila euro. Sempre in centro diverse procedure fallimentari riguardano magazzini che hanno ospitato attività commerciali, cartina tornasole della crisi del settore che ogni anno costringe i titolari ad abbassare per sempre le saracinesche.
«Pubblicizzando le vendite – chiarisce l’avvocato Sicilia – è cambiato l’approccio: il bene diventa un’opportunità a cui ambir, perché chi fiuta l’affare sa che acquisterà a un prezzo notevolmente più basso rispetto al suo valore».
Ma il vero business, intercettato ultimamente da società sia italiane che estere, è quello dei terreni venduti all’asta. Un’ottima occasione per comprare a costi bassissimi e poi rivendere, distese di terreni agricoli, capannoni attrezzati, posizionati in aree coltivabili che rappresentano un ottimo investimento. «Stiamo assistendo sempre più spesso – spiega il legale – a questo nuovo fenomeno di speculazione. Società straniere ma anche italiane si fanno avanti, partecipano alle aste e si aggiudicano a prezzi bassissimi ampi lotti di terreni in zone pianeggianti e fertili in aree come Luzzi, Bisignano, Torano Scalo, Tarsia».
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