ROCCELLA JONICA «I superstiti hanno parlato di 66 persone disperse, tra cui almeno 26 bambini, anche di pochi mesi. Intere famiglie dell’Afghanistan sarebbero morte». A dirlo è Shakilla Mohammadi, mediatrice interculturale di Medici Senza Frontiere, che stamani era al porto a Roccella Jonica per assistere i sopravvissuti al naufragio avvenuto nella notte nel mar Jonio. «Questa mattina eravamo al porto e abbiamo supportato le attività di prima assistenza per i sopravvissuti. La scena era straziante, davanti a noi persone traumatizzate, il dolore si toccava con mano. Vedere annegare un parente o un amico è sempre orribile», racconta ancora la mediatrice interculturale di MSF. «Ho parlato con un ragazzo che ha perso la sua fidanzata – ha detto ancora – sono partiti dalla Turchia 8 giorni fa e da 3 o 4 giorni imbarcavano acqua. Ci hanno detto che viaggiavano senza salvagente e che alcune imbarcazioni non si sono fermate per aiutarli».
Proseguono le ricerche di eventuali superstiti del naufragio della barca a vela, avvenuto a 120 miglia dalle coste calabre, in area di responsabilità Sar italiana. Per le attività di ricerca sono attualmente presenti in area due motovedette della Guardia costiera, partite da Reggio Calabria e Roccella Ionica, e un aereo Atr42 decollato dalla base aeromobili delle Guardia costiera di Catania. Nelle prossime ore giungerà in zona anche nave Dattilo della Guardia costiera. A bordo dei mezzi navali anche team sanitari del Cisom (Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta).
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