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Libera Calabria, «disapprovazione dell’autonomia differenziata»

«Corriamo il rischio che una legalità senza uguaglianza possa minare, ulteriormente il legame sociale»

Pubblicato il: 19/06/2024 – 20:25
Libera Calabria, «disapprovazione dell’autonomia differenziata»

CATANZARO «In questi giorni alla Camera gli italiani e i calabresi, in particolare, hanno dovuto assistere a scene mai viste nella storia repubblicana. Prima una vergognosa rissa che ha coinvolto una ventina di deputati, tra questi alcuni calabresi, e oggi, dopo l’approvazione del ddl Calderoli, lo sventolio di varie bandiere, tra questa anche di quella della nostra regione, per festeggiare l’autonomia. Questo, probabilmente, a conferma che il tricolore non sarà più sufficiente a rappresentare i tanti piccoli statarelli che questa riforma determinerà». Lo scrive la segreteria regionale Libera Calabria. «Parlamentari calabresi che hanno dimostrato, ancora una volta, di rispondere più ad interesse di parte e di partito, piuttosto che a quelli reali delle cittadine e dei cittadini che li hanno votati. Già oggi, con le condizioni attuali, un bambino calabrese riceve un ventesimo rispetto a uno del nord. Con l’autonomia differenziata si determinerà un ulteriore peggioramento, con effetti devastanti, in uno scenario fortemente compromesso come quello calabrese. Un indebolimento anche per le regioni del nord che non potranno contare sulla solidarietà nazionale, essendo stato tradito, con questa riforma, lo spirito costituzionale di sussidiarietà tra le regioni», si legge. «Un appello inascoltato quello della chiesa calabrese da parte di chi, richiamandosi, a volte, anche, ai valori cristiani, non si è, minimamente, preoccupato, votando tale provvedimento, dell’inevitabile aumento delle diseguaglianze e della povertà. Condizioni che, ovviamente, favoriscono il proliferare della ‘ndrangheta e delle mafie nella nostra regione e nell’intero paese. La crescita dei reati spia confermano che se mancano politiche sociali efficaci e lo Stato non fornisce risposte adeguate, sono spesso le mafie, con il loro welfare sostitutivo, a rappresentare l’unica alternativa. Ricordandoci che il fine deve essere sempre la giustizia sociale, siamo chiamati tutte e tutti ad un forte senso di responsabilità per contrastare tale provvedimento con tutti gli strumenti democratici possibili. Infatti, corriamo il rischio che una legalità senza uguaglianza possa minare, ulteriormente, il legame sociale e accentuare, ancora di più, le distanze economiche e sociali».

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