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il processo

‘Ndrangheta e villaggi turistici: cadono tutte le accuse per gli Stillitani, reggono quelle contro gli Anello-Fruci

Condanne per oltre tre secoli di carcere, caduta l’aggravante mafiosa per diversi imputati. I due fratelli assolti perché il «fatto non sussiste» e per «non aver commesso il fatto»

Pubblicato il: 19/06/2024 – 17:53
di Giorgio Curcio
‘Ndrangheta e villaggi turistici: cadono tutte le accuse per gli Stillitani, reggono quelle contro gli Anello-Fruci

LAMEZIA TERME Secondo il pm della Distrettuale antimafia di Catanzaro, Antonio De Bernardo, il “problema” non sarebbe stato quello di «stabilire se c’è responsabilità penale o meno per il reato associativo ma soltanto se si tratta di un concorso esterno o di una partecipazione attiva». Così aveva detto nella requisitoria dello scorso aprile. Secondo i giudici, Angelina Silvestri presidente con Maria Giulia Agosti e Gian Marco Angelini, invece, i fratelli Emanuele e Francesco Antonio Stillitani sono innocenti e, quindi, li ha assolti, nonostante i 21 anni di reclusione chiesti per ciascuno. Assolti per i due capi di imputazione perché il «fatto non sussiste» e per «non aver commesso il fatto», come sostenuto dai difensori rispettivamente Ioppoli e Andreano e Comi e Gennaro.

Stillitani assolti con formula piena

Con l’assoluzione dell’imprenditore e dell’ex sindaco di Pizzo, cade gran parte dell’impianto accusatorio sulla quale si basa l’inchiesta “Imponimento”, scattata nell’estate del 2020, contro i presunti appartenenti al clan Anello-Fruci ma, soprattutto, contro il presunto sistema che avrebbe controllato, almeno per un ventennio, alcune delle strutture turistiche presenti sul litorale tirrenico al confine tra le province di Catanzaro e Vibo Valentia. Secondo le accuse formulate dalla Distrettuale antimafia di Catanzaro, i fratelli Stillitani sarebbero passati dall’essere vittime di richieste estorsive a referenti del clan, «anche mediando con altri imprenditori in relazione alle pretese estorsive della cosca e dei suoi appartenenti, concorrendo nelle condotte estorsive, favorendo l’affidamento di opere, forniture e servizi ad imprese contigue alla cosca ovvero direttamente avvalendosene, garantendo l’assunzione di sodali o di soggetti comunque indicati dall’organizzazione». Tutte accuse che i giudici hanno ritenuto insussistenti, fino alla completa assoluzione dei due imputati.

De Bernardo_imponimento_richieste

Le condanne più pesanti

Condanne pesanti, invece, per Tommaso Anello e il figlio, Rocco Anello (cl. ’91), rispettivamente condannati a 30 e 24 anni di reclusione. Tommaso, classe ‘64, a tutti gli effetti avrebbe svolto il ruolo di “vice” del fratello Rocco Anello, «sostituendolo temporaneamente sul territorio durante i periodi di detenzione dello stesso e comunque affiancandolo e coadiuvandolo nella direzione del sodalizio e nelle specifiche attività delittuose». Rocco Anello (cl. ’91), invece, sarebbe «in stretto rapporto con i vertici del sodalizio, si occupava di veicolare messaggi tra gli associati ovvero nei rapporti con altre consorterie, collaborava con il padre Tommaso e con gli altri associati».
Tra le condanne più pesanti i 25 anni di reclusione inflitti a Pasquale Rondinelli e i 19 anni per Antonio Anania, considerati «riferimento del sodalizio criminale» Anello-Fruci. E poi 17 anni a Marco Galati, classe ’66, riferimento del clan in Svizzera, e i 16 anni di reclusione inflitti a Vincenzo Cutrullà, considerato «riferimento dei vertici dell’organizzazione e in stretti rapporti con Rocco Anello (cl. ’61) e i fratelli Fruci per il territorio di Pizzo».

Rocco Anello Imponimento

L’aggravante mafiosa

Altro aspetto cruciale della sentenza emessa questa mattina è l’esclusione del 416 bis ovvero dell’aggravante mafiosa per un elevato numero di imputati quali: Giovanni Anello, Antonio Attisani, Giuseppe Bertucci, Francesco Caridà, Antonio Cerra, Damiano Ciancio, Francesco Crigna, Nazzareno Franzè, Ariosto Guzzo, Maurizio Michienzi, Franco Pontieri, Michelino Rizzo, Domenico Ruscio, Gaetano Ruscio, Pasquale Scordo e Andrea Simone Suriano.

Le altre misure

Tutti gli imputati per i quali è stata pronunciata sentenza di condanna per il reato associativo, sono stati condannati, in solido tra loro, al risarcimento del danno in favore delle costituite parti civili Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero dell’interno, Regione Calabria, Provincia di Vibo Valentia, Comune di Capistrano, Comune di Cortale, Comune di Curinga, Comune di Filadelfia, Comune di Francavilla Angitola, Comune di Maida, Comune di Maierato, Comune di Monterosso Calabro, Comune di Pizzo, Comune di Polia, Comune di San Nicola da Crissa, Comune di San Pietro a Maida, Associazione Antiracket e Antiusura della Provincia di Vibo Valentia da liquidarsi in separata sede. Inoltre, è stato posto a carico degli imputati che hanno riportato condanna per il capo 1, il pagamento, in solido, di una provvisionale pari ad 50mila euro in favore delle parti civili costituite Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero dell’interno, Comune di Capistrano, Comune di Polia, Comune di Curinga, Comune di Francavilla Angitola, Comune di San Nicola da Crissa, Comune di Monterosso Calabro, Comune di Pizzo, Comune di Filadelfia.
E, infine, a carico di Anello Rocco cl. ‘91, Anello Tommaso e Tripodi Domenico il pagamento di una provvisionale pari a 50mila euro in favore del Comune di Vibo Valentia.
Pone a carico di Anania Antonio, Anello Rocco cl. ‘91, Anello Tommaso, Bellissimo Nazzareno, Caridà Francesco, Ciconte Domenico, Dominelli Andrea, Fabiano Giovanni, Facciolo Antonio, Fortuna Giuseppe, Iozzo Giuseppe, Iozzo Mario, Ruggiero Filippo, Rondinelli Pasquale, Ruscio Gaetano il pagamento di ima provvisionale pari a 50mila euro in favore del Commissario Straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura.
E ancora a carico di Dominelli Andrea e Deodato Giovanni Damiano il pagamento di una provvisionale pari a 30mila euro in favore del Comune di Cenadi.
Pone a carico di Conidi Francesco il pagamento di una provvisionale pari a 20mila euro in favore del Ministero della Transizione Ecologica – attuale Ministero dell’Ambiente e Sicurezza Energetica; pone a carico di Pontieri Franco il pagamento di una provvisionale pari a 10mila euro in favore del Ministero dell’Economia e delle Finanze. (g.curcio@corrierecal.it)

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