SAN LUCA «Il Ministero dell’Interno ha dato al prefetto di Reggio Calabria la possibilità di far insediare la commissione d’accesso in questo Comune». La notizia che arriva da San Luca è questa. A darla è la presidente della Commissione Parlamentare antimafia Chiara Colosimo che dopo una lunga mattinata di audizioni convoca una conferenza stampa durante la quale concede solo tre domande ai giornalisti che alla fine non hanno neanche la possibilità di intervistarla. Intervista concessa solo a Rainews24, in mattinata – mentre tutti gli altri giornalisti erano stati invitati nel pomeriggio – e in cui sottolinea che «San Luca è la mamma della ‘ndrangheta».
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In conferenza tre risposte veloci, in una, riferendosi all’ex primo cittadino Bruno Bartolo afferma di «non poter partire dalle proposte del sindaco uscente» in quanto sarebbero state riscontrate troppe criticità: «dalla rete fognaria a quella idrica arrivando all’illuminazione fino a storie abbastanza surreali – afferma – che riguardano l’area mercatale davanti al santuario della Madonna di Polsi. Io – aggiunge – non posso non credere che nessuno si sia accorto di niente e che questo andasse bene». «Ritenete dunque che l’amministrazione uscente abbia avuto contatti con esponenti della criminalità organizzata?», chiediamo. Ma Colosimo ci dice di non poter rispondere.
La presidente della Commissione parlamentare antimafia ha quindi sintetizzato in una breve relazione le criticità che vivono i territori in cui la ‘ndrangheta ha messo radici profonde: «Abbiamo davanti imprenditori vittime, compiacenti, propriamente mafiosi e una spiccata capacità della ‘ndrangheta di tessere rapporti con la politica e con gli apparati amministrativi». Telegrafica la risposta su una domanda circa l’inchiesta “Ducale” della Dda di Reggio Calabria, che vede coinvolto anche il primo cittadino Giuseppe Falcomatà: «Non commentiamo indagini in corso. Tutte le indagini, anche questa che riguarda Reggio Calabria sono all’attenzione della Commissione parlamentare, e faranno parte di una relazione finale che farà una fotografia di come la criminalità organizzata entra in contatto con le amministrazioni locali».
Tornando sul caso di San Luca Colosimo ha quindi chiesto l’aiuto dei cittadini e in particolare «di quelle donne che si sono ribellate e hanno sottratto i figli alla criminalità organizzata». «Siamo qui perché la commissione parlamentare antimafia non farà di questa visita uno spot, ma la presenza costante e un aiuto a un territorio che per cambiare deve prima di tutto crederci e togliersi quell’etichetta che purtroppo ha portato San Luca ad essere la mamma di tanti figli di “locale” che sono in giro per l’Italia e per il mondo», dice Colosimo che solo qualche minuto dopo chiede di fare la foto sotto il cartello crivellato di colpi con la scritta “San Luca”. (m.ripolo@corrierecal.it)
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