«La situazione è difficile, e siamo solo all’inizio della stagione migratoria». Intervistato dal Fatto Quotidiano, don Rigobert Elangui – direttore dell’Ufficio pastorale Migrantes della Diocesi di Locri-Gerace – dà appuntamento alla fiaccolata di sabato alle 20. «Ci sarà tanta gente», promette.
Per il prete-coraggio congolese che da 16 anni opera in Italia «c’è un problema strutturale» dal momento che «non possiamo gestire più questa situazione come emergenze», insomma «bisogna cambiare metodo di gestione dell’immigrazione».
Nel punto terminale di quella che viene definita la «rotta fantasma» lo scorso luglio si registrava quasi uno sbarco al giorno: qui si arriva «soprattutto dal Medio Oriente – spiega Elangui – Siria, Afghanistan e Iraq». Non mancano situazioni virtuose di integrazione come quella dei curdi a Camini, con «i bambini che hanno ripopolato scuole e borghi».
Infine il ruolo delle Ong e della Chiesa, da sempre in prima linea nella gestione dell’emergenza, ma anche della Croce Rossa e della Guardia Costiera. «Siamo tutti chiamati a fare la nostra parte – conclude don Rigobert – noi lavoriamo soprattutto sul fronte della prima accoglienza, procurando vestiti, beni di prima necessità, trovando posti nei dormitori».
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