È una tragedia senza fine quella che si è consumata a 120 miglia dalle coste calabresi. Le acque del Mar Jonio hanno restituito altri 14 corpi, vite spezzate a seguito del naufragio di una barca a vela sulla quale viaggiavano migranti partiti dalla Turchia.
Le salme di otto bambini, quattro maschi e quattro femmine, due uomini e quattro donne sono arrivate nel porto della Locride a bordo della motovedetta Cp 305 della Guardia Costiera. Sono quindi in totale 20 i corpi recuperati dei circa 60 dispersi in mare. Ad arrivare vivi a Roccella lunedì mattina, ma gravemente feriti, undici migranti che adesso sono ricoverati negli ospedali di Locri, Polistena, Soverato e Reggio Calabria. Sui loro corpi i segni di una possibile esplosione: la tragedia – secondo quanto emerso dai racconti dei superstiti – potrebbe essere stata causata da un guasto a bordo dell’imbarcazione.
I morti accertati sono attualmente 21, si aggiunge ai ritrovati in mare, la giovane donna che lunedì non ce l’ha fatta poco prima dell’arrivo al porto. Ma il bilancio potrebbe aumentare con il passare delle ore.
Sul luogo della tragedia stanno operando la nave Dattilo della Guardia Costiera, la motovedetta CP305, un velivolo Atr 42 decollato dalla Base aeromobili di Catania, assetti aerei dell’Operazione Irini e di Frontex. Nelle prossime ore giungeranno nell’area di ricerca anche Nave “Corsi” e Nave “Diciotti” della Guardia Costiera. (m.ripolo@corrierecal.it)
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