LAMEZIA TERME Per chi conosce le dinamiche leghiste quel messaggio arrivato da uno dei “colonnelli” di Salvini è chiaro: “Su qualsiasi cosa si possono accettare posizioni disallineate nel partito tranne che sull’autonomia differenziata”. Così oggi, in estrema sintesi, il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari, ritenuto vicinissimo al leader, ha commentato la posizione “eretica” di uno dei big del partito in Calabria, il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso, sull’autonomia differenziata. “Un pasticciaccio” quello che è avvenuto nell’ultima maratona notturna a Montecitorio, l’aveva definito Mancuso, che ha poi rincarato la dose in alcune dichiarazioni raccolte da “Repubblica.it” nelle quali di fatto ha attaccato anche alcuni colleghi di partito in Calabria, definendoli senza mezzi termini servi sciocchi, e dicendosi pronto a pagare con l’espulsione dalla Lega, cosa che – ha fatto intendere Mancuso – comunque non lo disturberebbe più di tanto (“è l’ultimo dei miei problemi”, avrebbe confidato a “Repubblica.it”). Al tirar delle somme, tutte queste polemiche hanno fatto riesplodere nella Lega Calabria antiche e nuove tensioni, quelle che con difficoltà sono state tenute al guinzaglio nella campagna elettorale ma che adesso sono ulteriormente divampate. Una Lega dai mille rivoli destinata a disperdersi in altri mille rivoli, evidentemente.
La posizione di Mancuso, che sull’autonomia differenziata è palesemente distante anche da altri “plenipotenziari” calabresi fedelissimi di Salvini come i parlamentari Simona Loizzo e Domenico Furgiuele, secondo quanto si apprende da fonti interne del partito sta comunque creando parecchia fibrillazione, anche in prospettiva. La “vulgata” vuole che Mancuso, da sempre uno dei meno “ortodossi” rispetto al verbo del Carroccio, si sia candidato alle Europee con l’obiettivo di contarsi e di avere poi, a urne chiuse, e con un risultato positivo in saccoccia, la guida del partito in Calabria, facendo capire di essere in grado di portare a sintesi le tante e spesso bellicose anime che albergano nella Lega calabrese: e alle Europee Mancuso la conta l’ha vinta, soprattutto nei confini della Calabria. Ma alla luce delle ultime vicende potrebbe cambiare tutto. Anche perché con il suo disallineamento sull’autonomia differenziata Mancuso, dopo la fase di freddezza nata con la sua candidatura alle Europee, ha anche lanciato un segnale di riavvicinamento con il governatore Roberto Occhiuto, vicesegretario nazionale di Forza Italia, oggi non propriamente ben visto dalle parti di via Bellerio. E anche questo è un fattore di non poco conto. Alla luce di questo quadro, sempre all’interno della Lega si fa intendere che appare quantomeno improbabile che la Lega, almeno nei suoi vertici nazionali, possa puntare su Mancuso per la guida del partito in Calabria (e le parole di Molinari sotto questo aspetto sarebbero chiare). E sempre all’interno della Lega ci si chiede: quale sarà dunque il futuro di Mancuso? E dove, magari?… (a. c.)
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