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L’autonomia differenziata, il pragmatismo del centrodestra e le contraddizioni del Pd

La linea del “No money, no party” seguita dal presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto risale alla Conferenza delle Regioni del 2 marzo 2023

Pubblicato il: 21/06/2024 – 15:37
L’autonomia differenziata, il pragmatismo del centrodestra e le contraddizioni del Pd

LAMEZIA TERME E’ difficile, forse impossibile districarsi dalla “Babele” di voci che si stanno accavallando sull’autonomia differenziata dopo il definitivo via libera del Ddl Calderoli alla Camera, ma è anche opportuno puntualizzare alcuni aspetti, ora che le posizioni politiche si sono cristallizzate e il dibattito si avvia a spostarsi su altre sedi oltre quella parlamentare. Il Pd, il M5S e in generale il centrosinistra si stanno scagliando con grande forza contro l’autonomia differenziata, definendola “Spacca Italia” e dannosa per la Calabria e il Mezzogiorno, ma non manca chi mette in evidenza le contraddizioni dell’opposizione, segnatamente dei democrat. E la contraddizione di fondo è il fatto che in realtà l’autonomia differenziata prende le mosse proprio dalla riforma del Titolo V della Costituzione voluta anni fa dal centrosinistra. E’ quello il “peccato originale” nel quale si è poi insinuata la Lega con la linea del leader Salvini e del ministro Calderoli, che hanno deciso di attuare l’autonomia differenziata imprimendole ovviamente un’evidente trazione nordista e ponendola come uno dei tre pilastri su cui si fonda l’alleanza del governo guidato dalla premier Giorgia Meloni: gli altri due sono il premierato, “bandiera” di Fratelli d’Italia, e la riforma della giustizia, “bandiera” di Forza Italia.

Le (tante) parti in commedia del Pd

Non a caso diversi analisti politici negli ultimi giorni sono concordi nell’evidenziare la diversa velocità di esecuzione del centrodestra e il maggior pragmatismo rispetto al Pd e al centrosinistra, che ora – anche giustamente – si preparano a raccogliere le firme per un futuro referendum e a valutare ricorsi anche alla Corte Costituzionale anche se indubbiamente l’opposizione trainata dai dem ha la memoria corta, vista l’iniziale posizione sull’autonomia differenziata, che ad alcuni governatori Pd del Nord come l’emiliano Stefano Bonaccini piaceva e anche tanto. Certo, nel centrodestra il tema non manca di suscitare divisioni e dubbi, come quelli all’interno della stessa Forza Italia guidata dal vicepremier Antonio Tajani, perfettamente consapevole del fatto che le fortune di Forza Italia, anche quelle elettorali, sono ascrivibili soprattutto alle performance nel Sud, anzitutto a quella del partito calabrese. Ma resta la sensazione di un centrosinistra che sul tema dell’autonomia differenziata recita praticamente tutte le parti in commedia. Traslato a livello anche territoriale, l’atteggiamento dei democrat si traduce nell’attacco al governatore della Calabria Roberto Occhiuto, vicesegretario nazionale di Forza Italia, definendo la presa di posizione di Occhiuto – piuttosto critica rispetto a quella della Lega – come “ambigua, ipocrita e tardiva”. Ma la realtà, anche documentale, dice invece l’esatto contrario, dice a esempio che Occhiuto le sue perplessità sull’autonomia differenziata le ha evidenziate da tempo e soprattutto in tempi non sospetti, per la precisione dal 2 marzo 2023, in sede di Conferenza delle Regioni: quel giorno nasce la posizione di Occhiuto passata ormai agli annali come la posizione del “No money no party”, cioè – era ed è il ragionamento di Occhiuto –  “nessun pregiudizio sull’autonomia differenziata ma fino a quando non si individuano e non si trovano le risorse necessarie per evitare riflessi negativi sulle regioni più deboli il tema è essenzialmente accademico”.

La seduta della Conferenza delle Regioni del 2 marzo 2023

Ecco del resto cosa riporta il resoconto sommario, o meglio il verbale della seduta della Conferenza delle Regioni di quel 2 marzo 2023. «… Per il Presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto – si legge nel verbale –  il disegno di legge avvia un processo che non riguarda solo il 116, quindi l’autonomia differenziata, che è una possibilità peraltro offerta dalla Costituzione, grazie alla riforma prodotta dal centrosinistra. Il processo, che inizia col disegno di legge, ha l’obiettivo anche di fare in modo che i LEP, quindi i diritti sociali e civili, vengano definiti secondo i costi e il fabbisogno standard. Oggi sono chiamati ad esprimere un parere su un disegno di legge che riguarda complessivamente l’attuazione di questa parte della Costituzione. Se esprimessero un parere contrario, evidentemente questo equivarrebbe a dire che sono pregiudizialmente contrari ad attuare questa parte della Costituzione, sia nella parte che riguarda l’autonomia differenziata, il 116, sia nella parte che riguarda il superamento della spesa storica, il 117. Non ha un approccio ideologicamente avverso all’autonomia differenziata, anzi, ha ribadito che per esempio in alcune materie anche la sua Regione potrebbe ricevere dei benefici dalla autonomia differenziata, a condizione che siano definiti prima i LEP, non più secondo il criterio della spesa storica, ma secondo i costi standard e i fabbisogni standard. Poi, su questo nel Paese c’è un dibattito molto ampio e alcune Regioni del Nord, ad esempio, sostengono che la spesa storica favorirebbe il sud, anche se non è così. Anzi, la spesa storica penalizzerebbe le Regioni del Mezzogiorno. Se si andasse nella direzione di superare la questione attraverso un disegno di legge, che da un lato vuole attivare ciò che è contenuto al 116 della Costituzione e dall’altro intende risolvere il problema presente al 117, il percorso potrebbe produrre degli effetti positivi per tutti. È evidente che da qui a qualche mese il tema sarà quello relativo alle risorse e quantificare il costo di questo processo di attuazione, perché quando si passa dalla spesa storica ai fabbisogni e ai costi standard, è evidente che vi siano dei costi. Quindi, quello sarà il momento decisivo per capire se questo percorso, che oggi si avvia, può trovare una sua definizione e conclusione. Inoltre – riporta infine il verbale della seduta della Conferenza delle Regioni del 2 marzo 2023 – il testo di questo disegno di legge, è notevolmente migliorato rispetto alla prima versione. Bisogna dire se sono disponibili ad accettare la sfida di attuare il 116 e il 117. Per cui la sua personale opinione è che si possa esprimere un parere favorevole su questo testo, ma il giudizio definitivo si potrà esprime soltanto quando avranno quantificato le risorse occorrenti…». (redazione@corrierecal.it)

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