REGGIO CALABRIA «Si susseguono in questi giorni pensieri e preoccupazioni in ordine all’entrata in vigore del Decreto Calderoli. Era nell’aria! A poco serve dire: lo sapevamo! Si lo sapevamo ma non lo condividiamo. Certo Musmeci, ministro della protezione civile, dall’alto della sua Sicilianità ci incoraggia dicendoci di “smettere di continuare a Piangere” ma dimentica che la Sicilia è una Regione a Statuto Speciale e chi meglio di lui non sa che la sua Regione ha potere pieno, ha governo pieno, ha finanziamenti pieni. Nonostante tutto sa anche che le regioni a statuto speciale conoscono già l’autonomia differenziata in cui le forme di finanziamento sono assolutamente diverse da quelle a statuto ordinario e nonostante non può disconoscere le criticità che hanno visto in questi anni continue negoziazioni sostenute con lo stato centrale ciò a dimostrazione che anche l’autonomia che vedrebbe di fatto trasformate le regioni da ordinarie a speciali non godrebbe di uniformità di trattamento vista la disparità di condizioni».
E’ quanto sostiene, Carmelo Versace vice sindaco della Città Metropolitana di Reggio Calabria. «Si, vero, competere con il nord ma io direi ad armi pari! Ma non è questo il caso. Ed è chiara la preoccupazione. Il dislivello che verrà generato dai finanziamenti delle funzioni delle regioni sarà acclarato senza se e senza ma, dalla sperequazione della capacità fiscale a cui gli stessi finanziamenti verranno agganciati e si dà il caso che le regioni del sud abbiano tutte meno capacità fiscale. Così come anche osservato in queste ore da Giancarlo Greco di UNIMPRESA NAZIONALE SANITA’ in una sua nota che non può che inquietare per quanto egli stesso descrive come timore concreto su quanto avverrà sul piano sanitario», aggiunge.
«Condivido completamente l’analisi – continua – Coloro che hanno saccheggiato questa Regione continuano a renderla sempre più inerme e più vulnerabile senza neppure opporsi ad eventi che risulteranno completamente devastanti. Si prospetta un regionalismo sbilanciato ed asimmetrico con ricadute economiche e sociali che aumenteranno il divario nord sud. La questione Meridionale oggi è quanto mai ritornata alla ribalta dei contenuti della politica e su questo si dovrà fare fronte comune ricreando le condizioni di battaglie sociali più collettive e meno divisive ricercando l’interesse della collettività. Questo è il punto di analisi più doloroso per una popolazione che vede sempre meno lo Stato avvicinarsi al cittadino, garantirlo nei sui elementari diritti e nella difesa di valori si tutelati costituzionalmente MA SOLO SULLA CARTA! Finché non si risolverà la questione Meridionale di tutti i sud del mondo non si potrà parlare di allineamento in favore dello sviluppo». (redazione@corrierecal.it)
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