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Arena di Verona, appalti e denaro sporco della ‘ndrangheta: le domande di Report su Fdi e Fi

L’inchiesta del programma di Raitre partita dalle dichiarazioni del pentito Domenico Mercurio che coinvolge la politica nel “Sistema Verona”

Pubblicato il: 23/06/2024 – 23:44
Arena di Verona, appalti e denaro sporco della ‘ndrangheta: le domande di Report su Fdi e Fi

L’inchiesta degli appalti all’Arena di Verona e il denaro sporco della ‘ndrangheta. Si è occupato anche di questo la puntata di Report di questa sera, l’ultima della stagione. Un’inchiesta che lo scorso marzo ha portato alla condanna da parte del gup distrettuale di Venezia di tre imputati di Isola Capo Rizzuto appartenenti alla cosca Arena, nel processo celebrato con rito abbreviato per un presunto meccanismo di false fatture e sovrafatturazioni che ruotavano intorno alla Eurocompany Group srl (una rete di cooperative di facchinaggio da 26,7 milioni di euro di fatturato), ritenuta contigua al clan calabrese e appaltatrice dei lavori per l’ente che gestiva l’Arena. Le condanne sono state di 8 anni per Pasquale e Francesco Riillo (promotori, secondo il gup, di una associazione a delinquere volta all’emissione di fatture per operazioni inesistenti con lo scopo di agevolare le cosche Arena e Nicoscia di Isola Capo Rizzuto e Grande Aracri di Cutro) e due anni e 8 mesi per il collaboratore di giustizia dal 2020 Domenico Mercurio che ha parlato di voti e finanziamenti per le campagne elettorali.
Proprio partendo da un verbale di Mercurio (intervistato in una località segreta), Report ha portato avanti la sua inchiesta: «Ogni mese io porto 150 mila euro in contanti dentro una busta. Chiavegato divide il denaro: il 25% lo mette da parte per le spese delle campagne elettorali per conto di Tosi. Del restante 75% lui si tiene una parte; una parte la dà ai politici che dentro al Comune truccano le gare d’appalto a favore di Eurocompany e una parte va a Elio Nicito e a Casali». Nicito, spiega Report, è nato a Crotone e naviga da sempre nella politica veronese occupandosi di campagne elettorali, non è indagato ma secondo la Dia sarebbe legato alla famiglia Vrenna, una delle più potenti ‘ndrine di Crotone e insieme a Domenico Mercurio avrebbe promosso la candidatura di Stefano Casali con la lista Tosi nel 2012 portando in dote un grosso pacchetto di voti della comunità calabrese. «Nicito mi chiese di favorirlo nelle varie votazioni – ha affermato Mercurio – da quel momento in poi, cosa che ho fatto. È lui che ci invitava a chi votare e chi non votare».

Nicito e l’ascesa politica di Casali

Stefano Casali, che non indagato, nel 2007 viene eletto nel consiglio comunale di Verona nelle liste di Forza Italia. Nel 2012 cambia casacca si candida con la lista Tosi e, secondo la Dia, grazie anche ai voti che porta in dote Mercurio ottiene più di 1700 preferenze che gli valgono prima la poltrona di assessore ai Lavori pubblici e poi quella di vicesindaco. Nel 2015 viene eletto in consiglio regionale e diventa capogruppo della lista Tosi. Nell’autunno 2020 cambia ancora casacca, si candida alle regionali con Fratelli d’Italia ma non viene eletto. Oggi è un importante sostenitore del ministro della Giustizia Nordio.
L’ascesa politica di Casali, evidenzia Report, sarebbe stata facilitata da Nicito attraverso una associazione di cultura e politica chiamata Res.
Casali è appena diventato consigliere regionale di Fratelli d’Italia dopo l’elezione al Parlamento europeo di Daniele Polato. Report sottolinea come Mercurio abbia raccontato ai magistrati che «Nicito conosceva benissimo Flavio Tosi, fissò una cena a casa di Stefano Casali, che è a fianco del teatro romano, adiacente ad una chiesa. (…) C’era da fare l’accordo fra Elio Nicito, che rappresentava il nostro gruppo, e Flavio Tosi per l’entrata di Stefano Casali nel partito di Tosi. (…) Tosi disse: “In base ai voti che portate decideremo di dare una carica importante a Casali”».
Secondo il collaboratore di giustizia Mercurio, i soldi in nero che riportava indietro nelle mani di Chiavegato servivano quindi per finanziare la politica. Chiavegato e Mercurio si sono conosciuti grazie a Nicito. Oggi Nicito gestisce le infrastrutture strategiche dell’interporto di Verona dove transitano gran parte delle merci che entrano ed escono dal nord Italia.

Tosi contro Report

Andrea Tornago e Walter Molino di Report poi hanno cercato di capire come sia stato possibile che nessuno all’interno dell’ente lirico si sia accorto di nulla.
Negli anni in cui Flavio Tosi era sindaco di Verona (dal 2007 al 2017, mentre oggi è deputato e coordinatore veneto di Forza Italia), la Eurocompany vinse sistematicamente tutti gli appalti dell’Arena di Verona per l’attività di montaggio e smontaggio di scenografie e palchi. La ‘ndrangheta, secondo l’accusa, si sarebbe arricchita grazie ai lavori di manutenzione e allestimento dell’Arena di Verona, sovrafatturati per milioni di euro dall’imprenditore veronese Giorgio Chiavegato, veronese di 65 anni, amministratore della Europompany, che dopo un anno di carcere e arresti domiciliari, è in attesa del processo. È accusato di false fatturazioni e altri reati fiscali, con l’aggravante di aver agevolato la ‘ndrangheta. Intorno a Chiavegato e alla sua Eurocompany sarebbero ruotate una serie di società e cooperative sparse tra Veneto e Calabria che emettevano fatture gonfiate o per lavori mai svolti, consentendo di riciclare il denaro sporco della ‘ndrangheta. Secondo i magistrati di Venezia, il sistema era foraggiato «con la collaborazione e la compiacenza di dipendenti interni alla Fondazione Arena». Per Chiavegato, Tosi sarebbe stato il vertice politico del “Sistema Verona”. «Abbiamo fatto campagna elettorale per Tosi – ha detto l’imprenditore a Report – distribuzione di volantini, delle affissioni a nome della Lega, abbiamo fatto la fattura e ce l’ha pagata. La mia sensazione è che Tosi c’entra dappertutto».
«Siete diffamatori seriali», ha tuonato l’ex primo cittadino contro Report che ha gli ha chiesto dei suoi rapporti con Domenico Mercurio. Tosi ha detto che Mercurio è stato dichiarato inattendibile per diversi tribunali, a differenza di quello che sostengono i magistrati che invece, come ha rilevato Report, lo considerano attendibile.

Uno dei cronisti del programma di Raitre condotto da Sigfrido Ranucci durante il Gran Galà dell’Arena, ha provato ad avvicinare anche la Sovrintendente della Fondazione Arena Cecilia Gasdia (una carriera da soprano di fama internazionale), vicina a Fratelli d’Italia, per chiederle se sapesse qualcosa della vicenda, ma Gasdia, protetta vigorosamente da un accompagnatore, non ha voluto rilasciare dichiarazioni.  

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