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Cancro, oltre 1.800 euro l’anno di spese per i pazienti

Dal costo dei mezzi di trasporto a quello di farmaci supplementari o integratori e le visite specialistiche

Pubblicato il: 24/06/2024 – 7:37
Cancro, oltre 1.800 euro l’anno di spese per i pazienti

In Italia ogni paziente oncologico è costretto a spendere oltre 1.800 euro all’anno: dal costo dei mezzi di trasporto a quello di farmaci supplementari o integratori, alle visite specialistiche successive alla diagnosi. Lo afferma Francesco Perrone, presidente Aiom, tra gli autori del Consensus statement, documento Esmo, frutto del lavoro di 19 esperti provenienti da 11 Paesi, è stato presentato a Bologna, nel corso della XXI Conferenza Nazionale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom), dedicata proprio ai PROs. Il questionario – riporta Repubblica – è composto da 16 affermazioni sui cui i pazienti sono chiamati a esprimere o meno il loro assenso: 9 riguardano le cause delle difficoltà economiche e 7 ne misurano le conseguenze, validato anche in lingue inglese per poter essere applicato in altri paesi.
Secondo Perrone, dunque, «si tratta di condizioni che possono causare problemi economici, soprattutto nelle fasce più deboli della popolazione. La tossicità finanziaria dovrebbe essere inclusa tra gli indicatori monitorati nel Programma Nazionale Esiti, perché è conseguenza della qualità ed efficienza della presa in carico da parte del servizio sanitario nazionale». Ad aggravare il quadro, c’è anche la tossicità delle terapie: gli effetti collaterali dei farmaci che bisogna gestire. Anche su questo fronte ci sono nuovi modelli da mettere in atto, come ha dimostrato uno studio statunitense.
«Ad oggi pochi ospedali adottano misure di monitoraggio sistematico dei sintomi da parte dei pazienti, sia nella forma tradizionale cartacea che in quella elettronica da remoto – sottolinea a Repubblica Massimo Di Maio, presidente eletto Aiom e coordinatore delle linee guida ESMO sui PROs – La produzione di linee guida da parte di una società scientifica ha un valore culturale e contribuisce a sensibilizzare la comunità oncologica, ma per implementarle in modo efficace nella pratica clinica è necessario un importante sforzo organizzativo».
Il messaggio è chiaro: bene il passaggio culturale che ha portato da una considerazione pari a zero della qualità di vita alla messa a punto di strumenti per valutarla, e a studi che dimostrano il suo impatto anche sull’efficacia delle cure. Ma ora bisogna che questi strumenti siano applicati nella quotidianità di tutti i pazienti. Un passaggio che potrà essere facilitato anche dall’arrivo sempre più massivo delle cosiddette terapie digitali.

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