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Dal duo Gemmi-Viali al trio Ursino-Delvecchio-Alvini, la scommessa (rischiosa) di Guarascio

La rivoluzione del patron del Cosenza punta tutto su Ursino. Ma il progetto tecnico appare ancora poco chiaro e oggi parte la campagna abbonamenti

Pubblicato il: 24/06/2024 – 8:06
di Francesco Veltri
Dal duo Gemmi-Viali al trio Ursino-Delvecchio-Alvini, la scommessa (rischiosa) di Guarascio

COSENZA Da un progetto più o meno certo e consolidato basato sulla continuità, a una nuova, improvvisa e imprevedibile ripartenza sotto la supervisione di un decano della categoria qual è Giuseppe Ursino, accolto positivamente dalla piazza. Mettere a confronto i due Cosenza di questo strano giugno bruzio, quello del duo Gemmi-Viali (dissoltosi, sotto la regia del patron Eugenio Guarascio, in un attimo, o giù di lì) con quello del trio Ursino-Delvecchio-Alvini, non è così semplice come può sembrare. Si passa infatti da un piano di lavoro che dopo anni di improvvisazione societaria, retrocessioni, riammissioni fortunate e salvezze all’ultimo secondo, sembrava finalmente avviato verso un equilibrio tecnico apparentemente convincente (anche grazie all’entusiasmo che si era creato nell’ambiente dopo il bel finale del campionato scorso), a un altro governato in lungo e in largo dell’ex deus ex machina del Crotone calcio che ci ha messo subito la faccia mostrandosi, com’è giusto che sia, sicuro di sé e pieno di progetti ambiziosi a lungo termine, o almeno fino al giugno 2025 quando scadrà il suo contratto annuale. Quindi via un Gemmi che sarebbe rimasto a Cosenza anche a costo di perdere il treno serie A, via un Viali (passato o fatto passare per traditore) che ha rifiutato stranamente un biennale da Guarascio per accettare un annuale a Reggio Emilia, e dentro il “rampante” Delvecchio e l’indecifrabile Alvini, quarta o quinta scelta tra i nomi vagliati nell’ultima settimana, reduce da due esperienze disastrose a Cremona e La Spezia, che in riva al Crati cerca riscatto e rilancio di carriera. Un po’ come il Caserta del dopo Viali 1 l’estate scorsa, con l’augurio che stavolta vada nettamente meglio.
54 anni di Fucecchio, capelli bianchi, lisci, difesa spesso a tre nonostante un Maurizio Sarri come punto di riferimento (nel 2018 è diventato allenatore Uefa Pro presentando una tesi sull’ex Napoli, Chelsea, Juve e Lazio), a differenza di Caserta sorriso fisso stampato sul volto che pare nascondere una perenne tensione, per capire se il tecnico toscano sia la scelta giusta (e “pazza” cit. Giuseppe Ursino) oppure no, bisognerà – banale dirlo – aspettare l’esito del campo. Di certo, anche Alvini, come l’ex Benevento, approda a Cosenza senza lettere di referenze elettrizzanti da parte dei suoi precedenti tifosi e datori di lavoro. Un motivo in più per approcciarsi a questa avventura calabra con umiltà, passione e comprensione di fronte alle critiche che di certo non mancheranno.
Guarascio, che forse mai come quest’anno (se si escludono le croniche carenze strutturali) non aveva operato malissimo e avrebbe potuto mantenere tutto com’era senza pericolo di essere mandato a quel paese, stravolgendo lo staff tecnico si è assunto una responsabilità di non poco conto. Lo ha fatto perché, quando ormai non se lo aspettava più, dopo tre anni di corteggiamento serrato, il bravo e ingombrante Ursino gli ha detto sì, ma solo alle sue condizioni. Ha stravolto tutto il patron, persino se stesso: dalla ritrovata partecipazione a una conferenza stampa, al colore della giacca, verde militare, con cui si è presentato davanti ai cronisti, fino al clamoroso riscatto (per venderlo a prezzo maggiorato) di Gennaro Tutino dal Parma alla storica e stoica cifra di due milioni e mezzo di euro, che tanto ha fatto infuriare il poco sensibile procuratore del calciatore Mario Giuffredi. Insomma, un cambiamento apparentemente radicale, spiazzante e pericoloso (che inizia a perdere per strada giocatori forti e simbolo dei Lupi come Meroni che non ha accettato di incontrare il ds Delvecchio), il cui obiettivo, nonostante le dichiarazioni del momento («Marras e Calò fanno parte del progetto», «Tutino muove il mercato» e «sarà un Cosenza con un’identità precisa»), un aspetto in comune col passato lo conserva: ancora ha poco di chiaro e definito. Con questo scenario sullo sfondo, oggi partirà ufficialmente la campagna abbonamenti. (f.veltri@corrierecal.it)

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