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Liberazione anticipata, De Raho: «No all’ennesima misura svuota-carceri»

«Sarebbe un duro colpo alla sicurezza e alla protezione dei cittadini»

Pubblicato il: 24/06/2024 – 18:01
Liberazione anticipata, De Raho: «No all’ennesima misura svuota-carceri»

ROMA «La situazione delle carceri in Italia è drammatica e indegna, il livello è talmente basso da comportare il respingimento delle estradizioni di detenuti da paesi stranieri verso il nostro. Ma la proposta di legge di Roberto Giachetti non è la risposta giusta, sarebbe l’ennesima misura svuota-carceri. Non è pensabile che godano della liberazione anticipata tutti i detenuti, senza alcuna distinzione per i reati gravi». Così il deputato M5S Federico Cafiero De Raho, vice presidente delle Commissioni Giustizia e Antimafia. «Considerando anche l’ulteriore sconto previsto dalla pdl Giachetti – aggiunge – uscirebbero dal carcere 23 mila detenuti, molti di loro subito e tutti prima dei prossimi due anni. Uscirebbero, ad esempio, autori di reati di mafia, di violenza contro la persona, di reati contro le donne puniti dal Codice Rosso, persone che si sono macchiate di reati di corruzione. Questa legge sarebbe un duro colpo alla sicurezza e alla protezione dei cittadini. Si deve fare altro: servono interventi innovativi. Si pensi ad esempio alla detenzione su piccola scala, un modello apprezzato e promosso dai ministri della Giustizia dei 27 paesi Ue, che hanno invitato gli Stati ad adottare piccole strutture detentive, comprese le Case di Comunità di Reinserimento Sociale proposte dal Movimento 5 Stelle». «Questa soluzione – prosegue – contrasterebbe i peggiori difetti della detenzione attuale e aiuterebbe molto il percorso di rieducazione e reinserimento sociale. E’ un modello innovativo sostenibile, equo e inclusivo. In tutto questo il governo non investe soldi nell’edilizia penitenziaria, né in assunzioni straordinarie: mancano 18 mila agenti di Polizia Penitenziaria e le nuove assunzioni già previste non compensano nemmeno le uscite; manca l’assistenza sanitaria, pochissimo si investe per le figure rieducative, che pure sono decisive: si pensi che il 70% di chi non è coinvolto in programmi di reinserimento è recidivo, mentre questo dato crolla al 2% tra chi ha appreso un lavoro in carcere».

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