I primi giorni dello scorso mese di aprile il direttore del Tg1, Gian Marco Chiocci, ha tenuto una festa nella sua Villa dei Quintili sull’Appia Antica. In quella circostanza due vip (si fa per dire), si sono abbracciati, Matteo Salvini e Giuseppe Conte, una sorta di rimpatriata davanti a numerosi testimoni. Lo ha scritto “Il Foglio” del 9 aprile 2024.
In quella occasione il giornale di Giuliano Ferrara annotò: «Non passeggiano però i parlamentari del Pd, a cui è stato vietato di partecipare alla festa del direttore di un tg che, secondo il Pd, spara sempre contro il Pd (guardarsi i dati di quanto spazio il Tg1 dà al Pd, dicono con un sorriso i giornalisti del Tg1), e ne consegue che anche coppie collaudate sono costrette a non presentarsi insieme per evitare gaffe diplomatiche con il proprio partito (Nunzia De Girolamo c’è, il marito Francesco Boccia non c’è). C’è, di area Pd, solo, o quasi, il portavoce del sindaco di Roma, Luigi Coldagelli, ma nient’altro. Ma c’è, ed è qui la fotografia del sistema Rai, un coccolatissimo Giuseppe Conte, accompagnato dalla fidanzata Olivia Paladino, così a suo agio da essere arrivato, a un certo punto della serata, ad abbracciare Matteo Salvini. Conte, in Rai, si muove con più disinvoltura di Schlein, per una ragione semplice: un anno fa, non si è astenuto sulle nomine del centrodestra e la Rai, da un anno, è diventata la camera di compensazione all’interno della quale gli oppositori del regime (vade retro, fascisti!) si incontrano e dialogano e si abbracciamo amabilmente con il nuovo regime (vade retro, anti fascisti!). C’è il M5s, non c’è il Pd, ma non ci sono anche due famiglie. Quella formato reale (niente Giorgia Meloni, niente Arianna Meloni, niente Francesco Lollobrigida). Quella formato Chigi (niente Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari). Quella formato Rai (niente ad, niente Roberto Sergio, ma neanche niente Giampaolo Rossi, direttore generale che sogna di diventare ad e che, si dice, tema che quel posto gli possa essere soffiato dall’attuale ad e dall’attuale direttore del Tg1)».
La conclusione del gossip cartaceo: «Prove di nuova Dc? Il tentativo c’è, ma la villa della festa, ricorda qualcuno, è quella di “Compagni di scuola”, e il tentativo di imporsi come una nuova Dc suona forte come una battuta del film: ahò, ma che me stai a cojona’?» – spiana la strada ai festeggiamenti per l’80° anniversario della Democrazia Cristiana».
C’è nostalgia di Balena Bianca? Certamente, anche se i potenziali interessati negano.
Gli ultimi sondaggi politici di Quorum per Demos dicono, ad esempio, che un 37% dell’elettorato intervistato dichiara la necessità di un partito che sostenga i valori cristiani e cattolici (il 49 % invece rifiuta tale idea).
Intanto il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano (incline alle gaffes), ha fatto approvare, nel febbraio scorso, un decreto ministeriale con il quale istituisce e finanzia il Comitato nazionale per le celebrazioni dell’ottantesimo anniversario della nascita della Democrazia Cristiana che, per ora, vive di surrogati e nostalgia.
Bisogna anche ricordare che il fondatore della Dc, Alcide De Gasperi, è stato il più grande statista italiano, e forse europeo, del Novecento. Un personaggio che seppe dire di no niente meno che a Papa Pio XII, merita un’altissima considerazione.
*Giornalista
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