LAMEZIA TERME Il Tribunale amministrativo regionale del Lazio (sezione prima ter) ha accolto l’istanza cautelare monocratica presentata dall’avvocato Enrico Morcavallo nei confronti di Giovanni Angotti. Con un provvedimento emesso dalla Commissione Centrale e notificato l’8 maggio del 2024, era stato infatti revocato il programma di “protezione speciale”.
Giovanni Angotti, classe 1969, ha iniziato a collaborare con la giustizia qualche mese dopo l’arresto a marzo del 2010 per il tentato omicidio dell’11 marzo 2010 di Vittorio Sia, poi assassinato il 22 aprile 2010, fatti riconducili alla “faida dei boschi” che, per anni, ha insanguinato il territorio a cavallo tra la Vallata dello Stilaro (Serre vibonesi), l’alto Jonio reggino e il basso Jonio catanzarese, con più di venti morti ammazzati, il cui obiettivo era l’acquisizione del controllo delle attività illecite nell’area. Angotti, nei verbali riempiti delle sue dichiarazioni rese ai giudici, ha parlato dell’operatività della cosca “Anello-Fruci”, i cui atti sono poi confluiti nell’inchiesta “Imponimento” della Distrettuale antimafia di Catanzaro. Angotti, dopo aver sposato una donna di Filadelfia, città dove poi si è trasferito, entrando a far parte della cosca Anello per conto della quale avrebbe commesso diverse attività estorsive.
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