TORINO Si è aperta oggi a Palazzo di giustizia l’udienza preliminare per l’inchiesta ‘Timone’ sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta al Centro agroalimentare di Torino. In un filone laterale, che non riguarda la criminalità organizzata, è imputato un consigliere comunale. La vicenda per cui è chiamato in causa risale al 2020/2021. Al termine delle indagini la procura gli contestava di essersi fatto consegnare gratuitamente da una funzionaria dell’ufficio anagrafe del Comune due cd rom con le liste degli elettori, e di essersi procurato, grazie all’intervento di tre altri dipendenti comunali, alcune decine di tessere elettorali. Il reato per cui si procede è il peculato. In tutto gli imputati sono 16. La parte principale dell’inchiesta ‘Timone’ riguarda le iniziative di un gruppo che riuscì a costringere un commerciante titolare di uno stand nel Caat a cedere l’azienda. Qui è ipotizzata l’estorsione aggravata dal metodo mafioso. Tra le ‘persone offese’ figura il Comune di Torino, che non si è costituito parte civile.
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