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«La Russia non è mia nemica!». Anche a Lamezia i manifesti della propaganda putiniana

Sull’esempio di quanto avvenuto a Verona (e a Donetsk) anche nella città della Piana sono apparse le affissioni. Le associazioni: «Verificare i veri autori»

Pubblicato il: 26/06/2024 – 16:25
di Giorgio Curcio
«La Russia non è mia nemica!». Anche a Lamezia i manifesti della propaganda putiniana

LAMEZIA TERME Tra emulazione e propaganda il filo è molto sottile e, in tempi di guerra, ancora di più. Ed è così che anche Lamezia Terme, seguendo l’esempio di Verona, da un giorno all’altro sono apparsi una serie di manifesti con una scritta (simile ma non uguale) a quella già apparsa nella città scaligera.
Il claim, comunque, fa lo stesso effetto: «La Russia non è mia nemica!». Sotto due mani, una col tricolore italiano, l’altro con i colori rosso, bianco e blu della bandiera della Federazione russa. Autori della sorprendente campagna pubblicitaria sono l’Associazione Culturale Fratello Sole e l’Azienda Agricola Apicoltura Fragiacomo.    

A Verona, dicevamo, nei giorni scorsi aveva destato molto scalpore il manifesto apparso con la scritta «La Russia NON è il mio nemico». In questo caso la “firma” sui manifesti sono i militanti dell’associazione “Verona per la libertà” (insieme a “Sindacato libero” e associazione “Veneto-Russia”). Si tratta – come ha spiegato Paolo Berizzi in un articolo su Repubblica – di una sigla fondata da dirigenti di Forza Nuova ed ex leghisti e nata per protesta contro il green pass. Poi, dopo la fine della pandemia, “Verona per la libertà” si è buttata sul conflitto Russia-Ucraina prendendo le difese di Mosca e organizzando eventi e manifestazioni a favore del popolo russo. Ma non è tutto.  

Un’affissione simile è apparsa anche nella città di Donetsk dell’Est dell’Ucraina sotto occupazione dell’esercito russo. «Il popolo italiano non è il mio nemico». Insomma, anche qui il messaggio è emblematico e richiama una “fratellanza” Italia-Russia messa in discussione proprio dopo l’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito di Putin e la condanna internazionale contro l’escalation russa. Resta da capire perché, a Lamezia Terme, si siano incaricati un’azienda e un’associazione (peraltro non proprio attivissima) per l’affissione dei manifesti pro-Russia.

Le associazioni: «Le istituzioni verifichino chi sono i veri responsabili»

Intanto l’associazione “APS Svitanok” di Lamezia Terme, in una lettera ufficiale inviata al sindaco di Lamezia Terme, Paolo Mascaro, al Commissariato e alla Polizia locale ha chiesto la «verificazione di legalità dell’affissione di manifesti provocatori» e «stabilire se realmente l’associazione indicata e l’azienda agricola siano gli organizzatori». E scrivono ancora: «Queste pubblicazioni opprimono la dignità del popolo ucraino e di tutti i popoli che stanno accanto all’Ucraina, in particolare del popolo italiano e dell’intera leadership politica della Repubblica italiana». «Dopo tutte le uccisioni di massa di civili e bambini, la creazione di un disastro ecologico sulla larga scala (l’esplosione della centrale idroelettrica Kakhovskaya), l’impedimento ai soccorritori di salvare le persone nelle aree allagate dall’esplosione di una diga, rapimento di bambini ucraini, uccisione di prigionieri di guerra, il costante bombardamento di ospedali, istituti scolastici, infrastrutture civili, continue minacce di inizio conflitto militare con i paesi dell’Europa e della NATO, omicidi su commissione sul territorio dell’UE da parte di agenti russi e molti altri crimini commessi dalla Russia qualcuno si permette di fare questi manifestazioni???».

In Calabria – come avevamo scritto in una nostra inchiesta – da anni si registra un impegno attivo e costante attraverso una serie di incontri, collaborazioni e soprattutto alcune associazioni. Fatti e avvenimenti di un passato (anche recentissimo) che consentono di incastrare la Calabria in uno scenario in cui recita il ruolo di assoluta protagonista, con epicentro Lamezia Terme. È qui che, nel dedalo di sigle, associazioni e nomi, spunta anche quello di Vittorio Gigliotti e la sua “Cantiere Laboratorio”, scelto come presidente della IACRAI, acronimo di “Italia, Abkhazia, Congo, Russia, Africa e India”.  
L’associazione a Lamezia è nota da almeno 15 anni, e si è distinta per l’impegno politico rivolto, senza farne mistero, a partiti di estrema destra come Forza Nuova e Fiamma Tricolore, portando avanti battaglie politiche “internazionali” e, anche in questo caso, l’endorsement alla candidatura a sindaco di Paolo Mascaro a maggio del 2015.



Negli anni “Cantiere Laboratorio” ha preso parte e/o organizzato una serie di eventi tra cui: tre convegni dedicati a Codreanu, leader ultranazionalista e ideologo antisemita romeno; due convegni pro-Assad sulla guerra in Siria questa volta in collaborazione con il “Centro Studi Aletheia” di Lamezia Terme e il gruppo militante Identità Tradizionale di Catanzaro, guidato da Simone Grisolia. L’associazione “Cantiere Laboratorio” ha preso parte attiva da una lunga serie di incontri legati al Donbass in collaborazione con “Gioventù Controcorrente” (costola dell’associazione lametina) e l’Associazione Italo-Russa Speranza (AIRS) di Roma. Grittani è stato il capo delegazione degli “osservatori” italiani. Tra loro c’è anche un cittadino di Lamezia, Pasquale Salatino, direttore della rivista online “Osservatore Calabrese”, che per l’occasione ha spiegato: «Volevo vedere con i miei occhi tutto ciò di cui avevo tanto sentito parlare, perché il mio lavoro è diffondere informazioni obiettive nella mia terra natale».

(g.curcio@corrierecal.it)

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