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Romolo Hospital, Alecci presenta un’interrogazione. «Si rischia di perdere una delle eccellenze sanitarie calabresi»

Il consigliere regionale dem: «Da due anni sentiamo proclami sulla sanità, ma il paziente Calabria versa ancora in uno stato di coma profondo»

Pubblicato il: 26/06/2024 – 18:10
Romolo Hospital, Alecci presenta un’interrogazione. «Si rischia di perdere una delle eccellenze sanitarie calabresi»

«Stamattina, insieme con il Consigliere provinciale di Crotone Andrea Devona, mi sono recato presso gli uffici regionali per verificare l’iter del rilascio dell’accreditamento alla casa di cura “Romolo Hospital” di Rocca di Neto. Dalle informazioni acquisite sembra che l’iter procedimentale si stia concludendo positivamente e che si sia in attesa del rilascio del provvedimento finale da parte della struttura commissariale». Lo scrive in una nota il consigliere regionale del Partito Democratico Ernesto Alecci. «La struttura sanitaria, da vari lustri, rappresenta un’eccellenza nel panorama sanitario calabrese, garantendo prestazioni urologiche e uro-oncologiche di alto livello. I servizi offerti contribuiscono a limitare la migrazione sanitaria, fornendo il 50% delle prestazioni urologiche calabresi, attirando pazienti anche dalle regioni limitrofe. In conseguenza delle note vicende amministrative, dal prossimo primo luglio non sarà possibile per l’azienda erogare prestazioni in regime di accreditamento con il SSR, provocando così grave nocumento all’utenza e ai lavoratori».

Presentata un’interrogazione

«Oltre al danno anche la beffa, infatti ad oggi i rimborsi per le prestazioni effettuate lo scorso anno sono fermi al mese di agosto 2023 , quasi un anno di ritardo, con gravi ripercussioni sull’equilibrio finanziario della struttura sanitaria e sul puntuale pagamento degli stipendi per il personale in servizio. A tal proposito ho ritenuto di presentare una interrogazione al presidente/commissario per conoscere i tempi di adozione del decreto. Sembra paradossale che una delle eccellenze sanitarie calabresi, capace di attrarre utenza da altre regioni, rischi di interrompere l’erogazione dei propri servizi rimandando a chissà quando prestazioni urgenti verso tanti pazienti calabresi. Casi come questo meriterebbero maggiore attenzione e un piglio più risoluto e celere. Ormai da più di due anni assistiamo a proclami su come la sanità in Calabria sia in via di “guarigione”, ma a vedere quanto sta accadendo sui territori si ha l’impressione che purtroppo il “paziente Calabria” versi ancora in uno stato di coma profondo».

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