COSENZA «Sulla riapertura di Corso Vittorio Emanuele, da parte di alcuni settori della minoranza di centrodestra a Palazzo dei Bruzi si sta attuando una vera e propria azione di sciacallaggio»: così Francesco Alimena, capogruppo Pd in Consiglio comunale.
«È grave quanto è successo stamani in commissione consiliare, dove il presidente, espressione della minoranza, aveva predisposto, alla presenza della stampa, una spettacolarizzazione della audizione della dirigente ing. Antonella Rino. A parte il profilo poco etico e di scarso senso di responsabilità istituzionale, costoro non sopportano il fatto che l’attuale amministrazione stia riuscendo là dove loro hanno fallito».
Per Alimena «in particolare, non sopportano il fatto che una delle più belle, panoramiche e importanti strade di accesso al Centro Storico sia stata riaperta dopo cinque anni. L’ordinanza, a firma del neodirigente della protezione civile, ing. Raffaele Notte, ha posto fine ad una assurda e irresponsabile querelle contraddistinta da intralci nell’andamento dell’esecuzione dei lavori dell’opera finalizzata alla messa in sicurezza del sito dopo un evento franoso. Una situazione – secondo il capogruppo dem a Palazzo dei Bruzi – che era già critica a causa delle dimissioni del direttore dei lavori. Tale evidente rallentamento della fase esecutiva avrebbe finito per aggiungere alla lista dei problemi ereditati dalla precedente esperienza amministrativa anche il cantiere di corso Vittorio Emanuele. Non poteva più protrarsi l’esercizio di un “eccesso di potere” che, addirittura, in maniera immotivata, si sarebbe voluto persino esercitare attraverso la revoca del contratto con la ditta aggiudicataria, una azienda che, per come è stato sottolineato da uno stesso esponente di centrodestra nel corso dei lavori di una commissione consiliare, è “seria e di esperienza”, come dimostra il fatto che abbia già completato cinque delle dieci frane oggetto dell’intervento, con contestuale riapertura delle strade, passate sotto silenzio da parte della minoranza consiliare e senza che questo facesse sorgere dubbi o timori».
«Bisogna assolutamente dare atto alla responsabilità e alla determinazione del nuovo dirigente comunale dei lavori pubblici, ing Salvatore Modesto, se in tempi rapidi si è pervenuti alla riapertura della strada, avvenuta dopo l’effettuazione di un collaudo che ne ha certificato l’assoluta sicurezza. Solo così – continua Alimena – è stata posta fine al continuo tergiversare basato su motivazioni apparse, agli occhi dell’Amministrazione, pretestuose e capziose, al limite dell’ostruzionismo, e noncuranti dell’interesse pubblico generale. Un modo di procedere, quest’ultimo, non in linea con l’esigenza dell’Amministrazione di rispondere ai bisogni della popolazione e, in particolare, degli abitanti di Cosenza Vecchia, tenuti in ostaggio da diversi anni, a cui si è posto fine attraverso la riorganizzazione della struttura dirigenziale comunale, assegnando competenze a chi invece di creare problemi propone soluzioni, nella piena legalità e trasparenza, per come è chiamato a fare. Non minore è il danno dovuto all’allarme sociale creatosi in seguito all’affermazione di mancata sicurezza per la riapertura della strada».
«Non è fuori luogo ricordare a questo proposito che anche i ritardi nell’avviare il cantiere di riapertura della strada hanno purtroppo concorso a creare le condizioni per il fatale incidente che ha provocato la morte di un giovane cosentino. Sarebbe quindi ora di porre fine a questa propaganda poco responsabile di qualcuno dell’opposizione, fare ammenda e riconoscere lo sforzo fatto finora per salvare per i capelli finanziamenti praticamente persi e messi a terra con non poca fatica da parte del personale comunale. Il completamento di alcune opere lasciate in sospeso, a partire dalla riqualificazione dell’area dell’ex Jolly fino all’apertura di alcuni cantieri che, sempre per ingiustificabili forme ostative e ritardi, ancora non sono stati avviati, sono la cifra di questa amministrazione, che ha sempre agito nell’interesse dei cittadini anche operando scelte forti e difficili riguardanti la riorganizzazione della struttura burocratica quando si è reso necessario un cambio di passo», conclude il capogruppo del Partito democratico a Palazzo dei Bruzi.
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