Il “caso Vivarini” che fa calare l’entusiasmo della tifoseria del Catanzaro

CATANZARO C’è chi parla di incubo, chi di tarantella insopportabile. Di certo un finale di stagione così a Catanzaro nessuno se lo sarebbe mai aspettato. Dopo anni di successi, programmazione societaria da far invidia persino alle big della categoria, e compattezza tra staff tecnico e dirigenziale, nell’ultimo mese nell’ambiente calcistico catanzarese sembra essere arrivato un terremoto con gli addii dei protagonisti delle gioie giallorosse delle ultime stagioni Magalini, Foresti e Vivarini che hanno deciso di chiudere improvvisamente il loro rapporto con il club guidato dal presidente Floriano Noto. Una rottura lenta, in alcuni casi logorante, che di fatto sta rallentando non poco la ripartenza di una squadra reduce da un campionato strepitoso in cui il sogno serie A è sfumato sul più bello.
Dopo le partenze di direttore sportivo e direttore generale, nelle ultime settimane sta tenendo banco il caso Vivarini, allenatore abruzzese che, pur essendo legato al Catanzaro da un contratto in scadenza nel giugno 2025, ha manifestato alla società il suo desiderio di andar via. Da lì in poi i rapporti tra le due parti si sono raffreddati, a Vivarini è stata data la possibilità di lasciare il club senza conseguenze solo in caso di richieste dalla serie A e dalla C. Il problema è che al momento l’unico club che vorrebbe chiudere con lui è il Frosinone, appena retrocesso in B. Ecco perché Noto si è imputato, chiedendo più volte a Vivarini un nuovo confronto (organizzato due volte e andato deserto) per decidere il da farsi. Ora la questione rischia di concludersi al Collegio arbitrale della Figc, di certo non un bel finale per una tifoseria il cui entusiasmo per i recenti traguardi raggiunti rischia di ridimensionarsi. (redazione@corrierecal.it)

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