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l’intervista del corriere della calabria

A Reggio il confronto sulle terapie cellulari. Martino: «Istituire una scuola di specializzazione» – VIDEO

Tre giorni di confronto promossi dal centro trapianti reggino. Mina: «L’immunoterapia sta rivoluzionando l’approccio alle patologie»

Pubblicato il: 28/06/2024 – 16:06
di Danilo Monteleone
A Reggio il confronto sulle terapie cellulari. Martino: «Istituire una scuola di specializzazione» – VIDEO

REGGIO CALABRIA «In Calabria ci sono tre ematologie importanti, un centro trapianti e molti di noi, dal punto di vista dell’expertise, hanno anche il titolo per poter essere professori universitari. Ora è tempo di istituire la scuola di specializzazione, è uno sforzo comune che dobbiamo portare avanti».
Va dritto al punto e formula una richiesta fondata e comprensibile Massimo Martino, Direttore della U.O.C. Centro Trapianti Midollo Osseo del Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria e coordinatore nazionale di ben 80 centri trapianti, nel commentare ai nostri microfoni la tre giorni di incontri e discussioni in corso a Reggio Calabria. «Per tutta l’ematologia italiana – osserva Martino – è un momento difficile, ci sono pochi specialisti del settore ed in Calabria paghiamo il fatto di non avere una scuola di specializzazione. Noi cerchiamo sempre in giro per l’Italia quelle eccellenze calabresi che vogliono ritornare nella nostra terra e dare un contributo per migliorare le cure dei nostri pazienti».

Martino: «I pazienti calabresi possono essere curati bene nella nostra regione»

Nell’Università Mediterranea, su iniziativa del centro trapianti reggino, i massimi esponenti italiani e internazionali del settore ematologico e trapiantologico si stanno infatti confrontando su un tema di straordinaria attualità e cioè le controversie nelle terapie cellulari che rappresentano, di fatto, una sorta di nuova frontiera nella cura di determinate patologie. «È un momento storico – osserva Martino – e determinate malattie, le stesse per cui non avevamo alternative terapeutiche, oggi possono essere affrontate e dobbiamo capire quale terapia sia migliore e più adeguata rispetto all’altra. Siamo qui perché vogliamo dare un messaggio chiaro, per dire con forza che i pazienti calabresi in campo ematologico e trapiantologico possono essere curati bene nella nostra Regione con il nostro centro che rappresenta un centro di riferimento per tutto il panorama nazionale».

Roberto Mina: «L’immunoterapia sta rivoluzionando l’approccio»

Nel confronto a Reggio Calabria i contributi sono numerosi, tutti di livello nazionale ed internazionale con focus specifici su particolari temi. Roberto Mina, ematologo e ricercatore presso la città della salute e della scienza di Torino, indica quello che può (ed in parte già è) il futuro dell’immunoterapia in forme tumorali particolarmente aggressive come i mielomi «l’immunoterapia sta rivoluzionando l’approccio alle patologie ematologiche e tra queste il mieloma multiplo che è la patologia di cui mi occupo. È una rivoluzione che riguarda tante fasi della malattia. Come per tutti i farmaci sono stati introdotti nelle fasi avanzate della malattia e per pazienti che prima non avevano alternative terapeutiche. Le terapie CAR-T, bio-specifici, anticorpi coniugati sono terapie che hanno un’alta efficacia, sono in grado di indurre remissioni complete in una quota significativa di pazienti e di dare una sopravvivenza anche a lungo termine in persone in cui l’aspettativa di vita era molto breve». «Dove andremo – aggiunge Mina – lo scopriremo nei prossimi anni ma sicuramente le premesse sono ottime, abbiamo già degli studi che dimostrano come il loro utilizzo in fasi più precoci, quindi senza attendere numerose recidive, porta ad un miglioramento della loro efficacia e della pronuncia dei pazienti. Il passo successivo sarà quello di usarle nei pazienti con una nuova diagnosi all’inizio, implementandole alle terapie attuali oppure addirittura sostituendole. Il potenziale di questo approccio consente non solo di aumentare l’efficacia delle terapie attuali. Quindi, potenzialmente anche un giorno di portare alla guarigione, ma soprattutto quello di interrompere il trattamento continuativo che oggi è la conditio sine qua non del trattamento dei pazienti con mieloma». Il senso di una innovazione che è costante e continuo, lo danno i numeri. «Lo sviluppo farmacologico del Mieloma – aggiunge Mina – è molto rapido. Negli ultimi 10-15 anni sono stati approvati più di 16 nuovi farmaci che sono stati via via introdotti, ma si tratta di un miglioramento esponenziale perché solo negli ultimi 4 anni sono stati approvati e quindi entrati in uso cinque nuovi farmaci che hanno un impatto molto forte, probabilmente a breve ce ne sarà anche un sesto». (redazione@corrierecal.it)

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