COSENZA I presunti rapporti di alcuni imputati con Pasquale Forastefano, i ruoli e i rapporti all’interno del clan. Sono alcune delle ultime rivelazioni fornite dal pentito Luca Talarico ai magistrati della Dda di Catanzaro. Dinanzi al pm della Distrettuale Catanzarese, Alessandro Riello, il collaboratore di giustizia confessa quanto di sua conoscenza in merito alla mala della Sibaritide.
C’è un altro nome – oltre a quello di Alessandro Arcidiacono – richiamato nei racconti del collaboratore di giustizia. E’ Francesca Intrieri, imputata nel processo celebrato con rito ordinario in corso dinanzi al Tribunale di Castrovillari. La donna per l’accusa sarebbe «partecipe, con un ruolo nevralgico nella perpetrazione delle truffe ai danni dell’Inps e di società di lavoro interinale, oltre ad essere essa stessa fittiziamente somministrata all’azienda agricola Luca Talarico. Retribuita per un numero di giornate superiore a quelle effettivamente svolte». Nel suo ruolo di segretaria, teneva una «duplice contabilità al fine di annotare le ore effettivamente lavorate e quelle fittiziamente comunicate». Ed infine, sempre secondo l’accusa, sarebbe stata «pienamente consapevole delle dinamiche dell’associazione». Tutte circostanze che Talarico conferma nel verbale. «La assunsi e inizialmente lei non era coinvolta nella truffa, non aveva consapevolezza dei nostri progetti. Tuttavia quando lei venne incaricata di andare a prelevare i soldi dagli operai, capì che qualcosa non andava; mi chiese spiegazioni, in particolare sul perché di questi anomali spostamenti di somme di denaro in contanti. Io le dissi “Francesca, noi stiamo facendo una truffa”». La donna, tuttavia, da quanto emerge dal racconto del pentito «non desistette affatto dal partecipare alle operazioni di raccolta di soldi e dunque alla truffa. Anzi a quel punto disse “io continuo a partecipare alla vostra truffa e vi do una mano, ma mi dovete dare qualcosa in più”. Sul tavolo la proposta di raddoppiare lo stipendio da «400 euro al mese». Talarico racconta di aver «acconsentito, perché Pasquale Forastefano, che aveva l’ultima parola su tutto, aveva dato il suo assenso». Il racconto prosegue. «Francesca Intrieri sapeva anche che vi erano dei lavoratori segnalati da Pasquale Forastefano. Anzi, sul punto voglio specificare che Intrieri prese l’iniziativa di suddividere i lavoratori in varie liste, in base al soggetto dal quale erano stati segnalati. Le liste erano tre: una dei Forastefano, una di Nicola Abbruzzese ed una la mia». In buona sostanza, concluderà Talarico, l’imputata sarebbe stata «a conoscenza del fatto che i soldi finivano nelle mani di Forastefano Pasquale in qualità di capo dell’omonima cosca e che, in definitiva, finivano nelle casse della ‘ndrangheta».
Sempre secondo quanto dichiarato dal pentito, «Intrieri si è recata almeno venti o trenta volte nei terreni dell’azienda. Almeno cinque o sei di queste ero presente anch’io. Pertanto era perfettamente a conoscenza del fatto che le dimensioni dell’azienda non erano tali da giustificare un’assunzione così massiccia di personale». Talarico ricorda e cita una conversazione che avrebbe avuto proprio con la donna. «Le dissi assumiamo anche il cane». (f.benincasa@corrierecal.it)
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