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Baker Hughes, «se il Porto è una Ferrari, perché continuiamo a tenerla ferma in garage?»

Cgil, Cisl e Uil: «L’investimento proposto per il Porto di Corigliano Rossano un’opportunità che il territorio non deve perdere»

Pubblicato il: 30/06/2024 – 14:29
Baker Hughes, «se il Porto è una Ferrari, perché continuiamo a tenerla ferma in garage?»

CORIGLIANO ROSSANO Cgil, Cisl e Uil territoriali, e le relative federazioni regionali dei metalmeccanici Fiom, Fim, Uilm, ritengono che «l’investimento proposto da Baker Hughes per il Porto di Corigliano Rossano sia un’opportunità per il territorio, pienamente compatibile con le altre attività già svolte nella medesima struttura, relative alla funzione peschereccia e a quelle da implementare relative alle funzioni turistiche e commerciali. Continuiamo a credere – si legge in una nota – che l’idea di uno sviluppo basata solo su agricoltura e turismo, settori importanti e centrali di questo territorio, sia monca e che invece occorra attrarre investimenti sul manifatturiero e sui servizi avanzati, come avviene in tante realtà simili generando occupazione di qualità e crescita del reddito. Quello proposto da Baker Hughes è investimento che il territorio non deve perdere, perché sull’altare dei veti, del muro contro muro si sacrificano occasioni di crescita, come già avvenuto troppe volte. Negli ultimi trent’anni oltre alla marineria, l’unica attività sviluppata è sulle rinfuse, nel carico e scarico di cippato e ferro vecchio. Un’attività che nulla genera. Le potenzialità del Porto non sono state valorizzate, prova ne è che la struttura è priva di piano regolatore moderno. In questi giorni registriamo ipotesi fantasiose sul progetto Baker Hughes che altro non è che un’attività di carpenteria industriale, assemblaggio, montaggio, saldatura e verniciatura di componenti per la realizzazione di moduli di grandi dimensioni da trasportare via mare per attività di estrazione realizzate in giro per il mondo.
Baker Hughes è un’impresa seria, che applica i contratti, che genera ricadute positive sui territori dove è presente, elemento molto raro in un territorio dove restano troppi diritti contrattuali negati. Avremmo voluto che il dibattito si fosse concentrato molto di più sulle lavorazioni e sulle produzioni aggiuntive che la multinazionale avrebbe potuto impiantare sul territorio, per avere ricadute economico- occupazionali ancora più significative, più che su quelle questioni giuridiche e procedurali al centro del ricorso presentato in queste ore dal Comune di Corigliano Rossano avverso al procedimento autorizzativo. Le narrazioni bucoliche di un futuro che non arriva mai non fanno bene a questo territorio. E in questo caso, trattandosi di una manifattura, non si agiti lo spauracchio dell’ambiente, perché in questo progetto lavoro e ambiente si coniugano perfettamente. Se il Porto è una Ferrari, perché continuiamo a tenerla ferma in garage?»

Leggi anche: Baker Hughes, il muro contro muro rischia di mandare in fumo posti di lavoro e milioni di investimenti

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