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LA STORIA

Guido Della Rovere, il talento purissimo che racconta la nuova emigrazione in Germania

Il 10 d’origine calabrese verso il Bayern Monaco. Così alla fuga dei cervelli si affianca quella delle scarpette. E la nazionale ha bisogno di giovani

Pubblicato il: 30/06/2024 – 17:46
di Eugenio Furia
Guido Della Rovere, il talento purissimo che racconta la nuova emigrazione in Germania

COSENZA C’è stato un tempo in cui i nostri corregionali a fine ‘800 partivano dalla provincia più profonda per imbarcarsi oltreoceano e approdare ad Ellis Island coltivando il sogno americano. Poi, nel XX secolo, l’emigrazione si è rivolta al nord Italia e al centro Europa, tra miniere e cantieri. In tempi più recenti la nuova emigrazione intellettuale ha visto disperdersi cervelli formati a due passi da casa e poi “ceduti”, e scrittori come Carmine Abate hanno reso letteraria questa epopea.
La storia di Guido Della Rovere racconta un’altra sfumatura del fenomeno, sempre più ricorrente: il talento del calcio che ripercorre quella strada ma per inseguire un altro tipo di sogno. Sfumato l’interesse della Juventus, in queste ore manca solo l’ufficialità al suo passaggio al Bayern di Monaco, uno dei club più prestigiosi del panorama globale.
Mancino, trequartista, padre calabrese (Salvatore) e rientro nella regione d’origine appena possibile – sempre, nelle feste comandate – Guido quando l’Italia ha vinto i suoi ultimi Mondiali non era ancora nato: classe 2007, il 4 giugno scorso ha compiuto 17 anni.   

Cresciuto in grigiorosso

A fine 2023 lo troviamo con la maglia numero 10 nella Nazionale Under 17 di Massimiliano Favo (due anni prima è nella sua Under 15) ma il suo cursus honorum è tutto nella Cremonese, con rapido affaccio in prima squadra (l’esordio nel team di mister Stroppa nella partita di ritorno contro il Cittadella) passando prima per l’Under 19 e a ritroso nell’U17 grigiorossa, dove nella scorsa stagione totalizza 7 gol e 8 assist in 25 presenze.
È un successo in continua crescita: GDR13 – questo il suo nickname prima che si fidelizzasse alla maglia numero 10 solitamente destinata ai talenti – con  la Cremonese quest’anno ha ottenuto la promozione in Primavera 1.
Il fatto che debba lasciare il club lombardo ricorda proprio il destino di molti cervelli formati in casa e poi lasciati andare per condizioni migliorative.

Un giovane per la nazionale?

Sono questi i giorni della delusione azzurra ma anche dei nuovi nomi sulla scena: non è solo l’estate dei ct calabresi Calzona e Tedesco agli Europei e delle porte girevoli nelle nostre panchine di B tra Cosenza e Catanzaro, dell’incognita sul futuro del calabrese ex giovane favoloso Berardi e dell’“asta” su Gennaro Tutino, conteso – secondo le ultime voci di mercato – dal Frosinone di Vivarini oltre che da Sampdoria e Sassuolo o addirittura Schalke04.
Il futuro sembra dei Camarda (Milan) e del coetaneo Della Rovere: analizzando la disfatta azzurra di Berlino, tanto Gravina quanto Spalletti hanno fatto riferimento ai «giovani che non ci sono» e alla «rosa da ringiovanire». I cicli finiscono e dopo una sconfitta c’è sempre una vittoria.
Il ragazzo si farà, direbbe De Gregori. E allora non sottovalutiamo la leva calcistica della classe ’07 e mutuiamo dalla politica un refrain che viene riproposto a ogni batosta del centrosinistra: “il centrosinistra riparta da…”. Può suonare bene anche nel calcio: “la Nazionale riparta da Della Rovere e Camarda”.

Della Rovere (secondo da destra in piedi) con la maglia numero 10 della nazionale Under 17 di Favo
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