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Cosenza, il toscano pacato Alvini e i “mastini” Ursino e Delvecchio

Del nuovo corso rossoblù spiccano, come elemento di novità comunicativa, le figure di dg e ds pronti a proteggere il proprio allenatore

Pubblicato il: 01/07/2024 – 6:34
di Francesco Veltri
Cosenza, il toscano pacato Alvini e i “mastini” Ursino e Delvecchio

COSENZA Quella in corso è una fase di (quasi) completo idillio tra la società del Cosenza calcio e la piazza bruzia, come forse mai era accaduto in oltre un decennio di presidenza Guarascio. Sarà per l’arrivo di un direttore generale esperto come Giuseppe Ursino o per il presunto “tradimento” di William Viali, giustificato male dal diretto interessato (in genere scaltro con le parole), ma ciò che si percepisce nell’ambiente rossoblù di questo inizio estate 2024 è che l’ennesimo nuovo corso varato dal patron lametino preoccupa meno del solito, anzi, piace alla gran parte degli appassionati di calcio. Rassicurano, appunto, la figura navigata di Ursino e quella “rampante” del giovane direttore sportivo Gennaro Delvecchio, che ha scelto Massimiliano Alvini come nuovo condottiero della squadra che affronterà il prossimo torneo di B. Indubbiamente, al di là della fiducia generosa che si respira in città verso questa nuova e inattesa rivoluzione pallonara, almeno nell’impatto visivo si nota una solidità mai mostrata in passato. La presenza rassicurante, nella presentazione di giovedì scorso, dei due “mastini” Ursino e Delvecchio ai lati del tecnico toscano, è un elemento di novità comunicativa da non sottovalutare se confrontata alla solitudine e all’isolamento con cui tutti gli allenatori delle ultime annate, specie nei momenti di difficoltà, hanno dovuto fare i conti. D’altronde, insieme allo slogan pubblicitario «non alleno per vivere ma vivo per allenare», il motto, classico e retorico quanto basta, ripetuto più volte durante l’Alvini day è stato chiaro: «restiamo uniti» per raggiungere traguardi al momento poco definiti ma, comunque, prima o poi più ambiziosi rispetto alla solita salvezza sudata, che rimane comunque il primo obiettivo. Dirigenti e allenatore hanno rivelato di avere «le idee chiare» sul da farsi per mettere in piedi una squadra con un’identità precisa. Di certo, salvo miracoli, senza un Gennaro Tutino a disposizione e con un nuovo attaccante in grado di far rimpiangere poco il bomber napoletano da 20 gol. Lo ha chiesto esplicitamente un Alvini (alla sua prima impresa meridionale) apparso pacato, a tratti spaesato, ma comunque deciso a rialzarsi dopo gli ultimi insuccessi di Cremona e La Spezia, in uno dei pochi momenti poco diplomatici e rilevanti della sua conferenza. L’altro (momento) è arrivato quando ha ricordato il suo amico (toscano come lui ma meno pacato) Piero Braglia, l’ultimo ad aver vinto a Cosenza. «È un grande», ha detto con trasporto Alvini.
Ma messe da parte festa e accoglienza passionale, ora lo staff tecnico dovrà lavorare sodo per costruire in tempi rapidi una rosa affidabile capace di mantenere in vita premesse e promesse. Il nuovo allenatore vorrebbe che fosse pronta, almeno per un buon 90 per cento, già per il ritiro di Cascia, al via dal prossimo 13 luglio. Nonostante le rassicurazioni di Delvecchio («chi è sotto contratto resta qui») e dello stesso Alvini («i giocatori presenti in rosa mi piacciono tutti») non è da escludere che qualcuno alla fine possa abbandonare il club. Di certo, ci sarà da combattere contro l’avanzata poderosa del solito Viali che da Reggio Emilia non ha nascosto le sue simpatie per un “Cosenza 2” di colore granata.

antonucci
Antonucci con la maglia del Cosenza

Dopo aver strappato Meroni alla sua vecchia società, da tempo il neo tecnico della Reggiana sta facendo giustamente la corte ai vari Marras, Voca, Calò, D’Orazio, Antonucci e chi più ne ha più ne metta. Quest’ultimo vorrebbe riproporlo nel nuovo ruolo messo a punto proprio a Cosenza: mezzala e non più trequartista. Bisognerà parlarne con lo Spezia, che vuole cedere il calciatore non gratis, mentre Guarascio lo vorrebbe nuovamente in prestito. Una trattativa non facile visto che, oltre alla Reggiana, anche il neo promosso Cesena vuole fortemente il calciatore. Chissà che il “fascino” di Alvini, che ha allenato e apprezzato Antonucci nella sua breve esperienza ligure, non riesca a fare breccia nel cuore del talento romano. Se pensa davvero, come ha rivelato, di essere il miglior allenatore possibile per il Cosenza, questo primo ipotetico affare è l’occasione ideale per dimostrarlo. (f.veltri@corrierecal.it)

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