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‘Ndrangheta, il concessionario “a disposizione” di Mantella. «Uomo dei Piromalli, ma appoggiava anche noi»

Sentito, in collegamento, il pentito che ha parlato della figura dell’imputato Domenico Russo. «Tutto il mio gruppo prendeva le auto da lui. Bolidi in giro per le strade di Vibo»

Pubblicato il: 01/07/2024 – 19:05
di Giorgio Curcio
‘Ndrangheta, il concessionario “a disposizione” di Mantella. «Uomo dei Piromalli, ma appoggiava anche noi»

LAMEZIA TERME «Domenico Russo era legatissimo ai Piromalli di Gioia Tauro, so che è stato coinvolto in una operazione “Tirreno”, ma poi è stato assolto». «Fino al 2016 con lui mantenevo buonissimi rapporti, poi sono stato arrestato perché mi contestavano una estorsione proprio ai suoi danni, ma fui assolto perché non era una estorsione. Prendevamo tutti le macchine da lui, con Russo avevamo proprio un rapporto strettissimo». Lo ha detto questa mattina, in collegamento dal sito riservato, il collaboratore di giustizia Andrea Mantella, sentito nel corso della nuova udienza del processo “Maestrale”, di scena nell’aula bunker di Lamezia Terme, davanti al collegio presieduto da Giulia Conti.
Interrogato dalla pm della Dda di Catanzaro, Annamaria Frustaci, il pentito ha parlato dei rapporti con Domenico Russo, imputato nel processo contro presunti esponenti e sodali delle ‘ndrine vibonesi.

I presunti assegni

La pm Frustaci ha poi chiesto conto a Mantella sui presunti assegni ricevuti da Russo. «Mi è stato fatto vedere un assegno di 8mila euro – ha risposto il pentito – ma, di fatto, io non l’ho mai ricevuto perché stavo in carcere. Non ricordo però che tipo di macchina avevo venduto, solitamente ne prendevo una e, se non mi piaceva, la riportavo e ne prendevo subito un’altra». «Poi – ha spiegato ancora Mantella – ho acquistato un’auto in leasing, ma non ricordo le movimentazioni con Russo. Ogni volta che tornavo in libertà, però, mettevo a posto i registri. Sicuramente una BMW X5 l’ho lasciata nell’autosalone per evitare che mi venisse sequestrata». Con Russo «abbiamo finanziato poi una Mercedes per giustificare gli acquisti, poi ricordo che la mia ex moglie aveva versato una macchina, una Fiat Panda per un costo superiore rispetto all’usato che stava prendendo, una Lancia Musa, ma di fatto da Russo ho preso BMW, un’Audi A3 per il dottor Ambrosio. Abbiamo fatto tanti movimenti e li ho dichiarati tutti».

Tutte le auto per il “gruppo”

A proposito dell’approvvigionamento delle auto dall’attività di Domenico Russo, la pm chiede quali auto, nell’interesse dei congiunti, può aver acquistato e/o rivenduto. «Ricordo – ha detto Mantella – di aver comprato una Mercedes, quattro BMW, poi ne ho preso un’altra per Salvatore Morelli e Francesco Antonio Pardea. Una vettura l’ho intestata a mia sorella Raffaella, un’altra ho fatto apparire un finanziamento di una Mercedes da 10mila euro». Poi, in relazione alle due missive di Russo dell’aprile e giugno 2011, la pm cita un verbale in cui Mantella aveva spiegato come si trattasse in realtà di una “bufala” «perché io non avevo debiti con lui che mi forniva le auto sapendo di ottenere in cambio altri favori». E in aula, oggi, ha chiarito: «Con Russo non avevo crediti o debiti, mi finanziava a titolo amicale o per il mio progetto “scissionista”, ma non erano estorsioni».
Nel suo racconto, Mantella riferisce della sua detenzione a “Villa Verde” e, soprattutto, sulla visita di Russo. «Non era autorizzato, io stavo lì per due ordinanze per associazione mafiosa. Ero già stato condannato in primo grado ed era in corso l’appello. Ero comunque detenuto per associazione mafiosa». «Russo c’è stato tante volte, pranzava con noi, a volte si fermava anche a cena, ma non era comunque autorizzato». E con “noi” Mantella intende «Francesco Scrugli, anche lui detenuto per associazione mafiosa, e poi Salvatore Morelli, Samuele Rovato e Giampaolo Russo». «Ricordo di aver chiesto a Russo che venissero concesse auto a Pardea, Rosario Battaglia, Morelli e per giustificare queste messe su strada, davano assegni perché Russo avrebbe comunque dovuto giustificare la vendita delle auto a soggetti estremamente pericolosi, in giro con questi bolidi per le vie di Vibo Valentia».

Le auto per i sanitari

La pm si è concentrata poi un tema, quello dei riscontri esterni contestualizzanti. E ha chiesto se Russo avesse consegnato o meno auto ad alcuni sanitari. «Ho fatto io acquisti personalmente per alcuni medici – ha spiegato il pentito – e ho incaricato Russo di acquistare un’Audi A4 a Vena di Maida, e abbiamo percorso lo stesso metodo: acquisto fittizio con un finanziamento, mentre in altri casi gli altri medici hanno ricevuto i soldi da me dopo aver ricevuto i bollettini». «Domenico Russo, in buona sostanza – spiega Mantella – sapeva che avevo per le mani questi professionisti e che a loro volta si impegnavano a far scarcerare alcuni detenuti anche al 41bis. Una rete, insomma, di ‘ndrangheta e massoneria che mi consentivo di stare libero anziché in carcere». Per Mantella, dunque, «Russo si è impegnato a stare vicino al mio progetto e non solo al fianco dei Piromalli». (g.curcio@corrierecal.it)

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