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L’episodio

‘Ndrangheta, “l’estraneo” aggredito e costretto a sedersi al tavolo dai Maiolo. «Gli ha spaccato il naso»

Un giovane di Fabrizia sarebbe stato pestato per aver rifiutato un invito dei fratelli Angelo e Francesco. «Lo ha accompagnato a schiaffi»

Pubblicato il: 02/07/2024 – 11:01
‘Ndrangheta, “l’estraneo” aggredito e costretto a sedersi al tavolo dai Maiolo. «Gli ha spaccato il naso»

VIBO VALENTIA Un “invito” a tavola rifiutato seguito da minacce e schiaffi. è il violento episodio raccontato nell’ambito dell’operazione della Dda di Catanzaro che ha portato all’arresto, la scorsa settimana, di 14 persone, presunti esponenti della ‘ndrangheta delle Preserre. L’inchiesta ha fatto luce su decenni di omicidi, estorsioni e violenza nei paesi di Acquaro, Gerocarne, Soriano, Dasà, comuni sui cui vigeva un controllo asfissiante delle ‘ndrine. Un potere “alternato” tra le due famiglie Maiolo e Loielo e una costante e sanguinosa faida culminata nella strage di Ariola. Ma la prevaricazione ‘ndranghetista passava anche da episodi “quotidiani” di violenza, come l’aggressione a un «estraneo» di Fabrizia “reo” di non essersi seduto al tavolino del bar con il presunto boss, invitato dai fratello Maiolo nel tentativo di «capire chi fosse e perché si trovasse sul “loro” territorio».

La ricostruzione

«Ma tu lo sai chi sono io?». La domanda è quella tipica che precede una minaccia. A porla è Francesco Maiolo (cl.79), fratello di Angelo, entrambi arrestati e ritenuti al vertice dell’omonima famiglia. A «scatenare l’ira» di Maiolo sarebbe stato il rifiuto di un ragazzo a sedersi al tavolino del bar per consumare qualcosa con l’oro. L’episodio lo racconta Angelo Maiolo, intercettato dagli investigatori mentre fa un puntiglioso resoconto della vicenda e delle azioni del fratello. Il presunto boss racconta dell’arrivo di un’audi A3 al bar: «Ho detto “chi è questo? Compà vieni qua vieni”» invitando, appunto, il neo arrivato a sedersi al tavolino. «Non ha detto né grazie, no figlioli non mi va, non accettava niente.. si è messo a parlare con un ragazzo di Arena e a noi nemmeno ci ha considerato». Un atteggiamento ritenuto intollerabile dai Maiolo che si vedono declinare nuovamente l’invito anche di fronte alle insistenze: «Mio fratello sballa e gli fa a Vincenzo “chi è?, no è uno scemo… (imprecazione).. uno scemo di Fabrizia”».



«Lo ha accompagnato a schiaffi e gli ha spaccato il naso»

È a questo punto che gli animi si sarebbero scaldati con l’aggressione, secondo la ricostruzione, di Francesco Maiolo: «Entra nel bar mio fratello.. gli ha detto “cammina al tavolo con i cristiani”, “tà” schiaffi, lo ha accompagnato a schiaffi e gli ha spaccato naso». Una volta costretto a sedersi al tavolo il giovane di Fabrizia sarebbe stato ulteriormente minacciato, come racconta sempre Angelo Maiolo nella conversazione captata. «Io credevo che aveva finito là, gli fa mio fratello “ma tu.. ti invitano i ti invitano i cristiani, arrivi da fuori paese… ti invitano i cristiani no scusate non ne voglio, no grazie si grazie mi prendo una birra, no come no quando» con tanto di fatidica domanda: «Ma tu lo sai chi sono io?». Alla risposta affermativa del ragazzo, la rabbia di Francesco Maiolo non si sarebbe placata, anzi avrebbe rincarato: «Lo sai? Quindi tu lo sai e mi hai preso per il culo».

«Un permeante controllo del territorio»

Un episodio che secondo gli inquirenti dimostrerebbe un’attività di controllo del territorio «lampante» e «permeante» del gruppo facente capo ai fratelli Maiolo. Come conferma anche il fatto che Angelo Maiolo, una volta scoperto che il ragazzo non era completamente “estraneo”, ma che già da due anni frequentava quei luoghi si sarebbe sorpreso che nessuno in quei due anni lo avesse mai «sottoposto a controllo». In aggiunta, si sarebbe preoccupato a far ricevere ai gruppi criminali di Fabrizia «l’esatta dinamica dei fatti» e, dunque, specificando «l’atteggiamento irriguardoso» per il quale era stato aggredito. «Allora vai là e gli dici che ti ha menato Tizio e Caio, per questo questo e quest’altro, raccontagli le cose come sono andate, tu non puoi andare in un altro paese e ti comporti da arrogante». Un resoconto dettagliato e cruento che contribuirebbe, secondo gli inquirenti, a dimostrare l’esistenza dell’associazione e gli atteggiamenti intimidatori e mafiosi degli arrestati. (Ma.Ru.)

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