Il Sud torna ad essere centrale. Con oltre 200 miliardi tra risorse europee, Pnrr, fondi ordinari e agevolazioni per il Meridione, non c’è altra zona al momento in Italia e in Europa dove oggi è più conveniente investire. In un’analisi del quotidiano IlMattino il riferimento è a tutte le misure che rendono il Sud una «calamita» per gli investimenti e per creare occupazione e che si legano anche al più ampio Piano Mattei per il Nord Africa con il Mediterraneo che punta a tornare centrale nell’economia europea. Soltanto dai fondi Pnrr sono circa 80 miliardi le risorse a disposizione, che dovranno essere spese entro il 2026. Tra i Comuni del Sud già il 90% riguarda già progetti appaltati. Altri 102,4 miliardi derivano, invece, dal Fondo sviluppo e coesione per il ciclo 2021-2027, così come per lo stesso periodo sono in arrivo 30 miliardi dei 41 assegnati all’Italia tra i fondi ordinari dell’Unione Europea. Alle risorse si aggiungono gli sgravi fiscali, come la maxi decontribuzione prevista dal decreto attuativo di Giorgetti e Calderoli: un 120% in meno sul costo del lavoro nelle assunzioni a tempo indeterminato, a patto che si rispettino alcuni paletti. C’è poi la misura di autoimprenditorialità, introdotta nel 2016 e poi aggiornata, con contributi a fondo perduto per gli under 35 per avviare le proprie imprese al Sud. A questi si aggiungono le misure da “Zes Unica”: n credito d’imposta da oltre 1800 milioni di euro, le rinnovate agevolazioni (decontribuzione del 100%) per chi assume giovani disoccupati da almeno 24 mesi e il bonus per l’assunzione delle donne. Nel 2023, non a caso, si è segnato un exploit nei contratti di sviluppo, con 24 imprese ammesse alle agevolazioni su 31 richieste. Nei primi 9 mesi dello scorso anni, gli investimenti attivati nelle regioni meridioni ammontano a circa 3 miliardi, più 800 milioni se si considerano gli investimenti multiarea. Nello stesso periodo dell’anno precedente gli investimenti si fermavano a soli 970 milioni.
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