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Nuovo Piano rifiuti regionale, tutti i dubbi del comitato “Fuori i veleni Crotone vuole vivere”

Per gli attivisti «i cittadini non saranno messi al riparo da ulteriori discariche» e le norme porteranno «inquinamento, malattie e morti»

Pubblicato il: 03/07/2024 – 11:03
Nuovo Piano rifiuti regionale, tutti i dubbi del comitato “Fuori i veleni Crotone vuole vivere”

CROTONE «Ad oggi nulla è cambiato circa le enormi e gravi criticità presenti nel Nuovo Piano Rifiuti Regionale, tantomeno l’introduzione dei nuovi criteri localizzativi e/o fattori di pressione comunale ed areale apportano correttivi utili alla tutela dell’ambiente e della salute dei crotonesi»: così il comitato “Fuori i Veleni Crotone Vuole Vivere”, i cui esponenti ricordano come il nuovo Piano Rifiuti Regionale abbia «di fatto ispirato la richiesta di variante al Pob (Piano operativo di bonifica, ndr) Fase 2 da parte di Eni Rewind, così da poter lasciare i rifiuti delle discariche fronte mare a Crotone. Ebbene, onde sgombrare il campo dai vacui toni trionfalistici provenienti dalla Regione, come quelli della Presidente della III Commissione consiliare, Pasqualina Straface, nonché dal Presidente della Provincia Ferrari e dal Sindaco di Crotone Voce, quest’ultimo addirittura in uno stato di onirica auto celebrazione ed attribuzione di meriti per risultati completamente inesistenti».

«Piano rifiuti devastante per Crotone»

Per il comitato «non cambia l’impianto stesso del Piano Rifiuti Regionale che, oltre a risultare devastante per Crotone, risulta, avendo il focus sulla termovalorizzazione, anche in contrasto con gli obiettivi definiti nelle Direttive Europee sui rifiuti. Inconcepibilmente, nel nuovo Piano vi è l’equiparazione dei criteri localizzativi per rifiuti pericolosi e non pericolosi con i rifiuti solidi urbani, vi è l’esclusione dell’utilizzo dei criteri localizzativi per le discariche di scopo per la messa in sicurezza permanente delle bonifiche, così come vi è il criterio secondo cui le ex aree industriali devono essere individuate come aree naturali di destino di nuove attività potenzialmente nocive per l’ambiente, vedi discariche ed impianti trattamento rifiuti di vario genere e/o discariche».
Inoltre «con il nuovo piano si dovrebbe favorire il progressivo aumento del rifiuto differenziato e la progressiva riduzione del rifiuto indifferenziato da collocare in discariche al fine di assicurare il recupero graduale ed efficace dei materiali di rifiuto, non già da destinare alla termovalorizzazione o alle discariche, quanto piuttosto al riuso come materia prima, ma così non è! Esaminando, poi, il provvedimento sull’introduzione dei fantomatici “fattori di pressione”, si può facilmente leggere come questi avranno applicazione solo dall’entrata in vigore della modifica, per cui gli stessi non varranno per scongiurare la discarica di Giammiglione e neppure la discarica di scopo proposta da Eni Rewind, se malauguratamente in conferenza dei servizi si dovesse decidere in tal senso».
Insomma – aggiungono – «nulla di buono all’orizzonte con il Nuovo Piano Rifiuti Regionale proprio perché è l’impianto dello stesso ad essere sbagliato, che non sarà foriero di “salute e bellezza nella terra in cui Pitagora elaborò il famoso Teorema”, come declamato dalla Presidente della III Commissione consiliare a proposito della bonifica, Pasqualina Straface, né tantomeno varrà a mettere in sicurezza i crotonesi da ulteriori discariche e veleni, come dichiarato invece con toni trionfalistici da Voce, ma piuttosto sarà portatore di inquinamento, malattie e morti».

«Abrogare in toto il nuovo piano»

Il comitato chiarisce poi che «è l’art. 199 del Testo Unico sull’Ambiente a prevedere che il Piano Regionale Rifiuti venga proposto dalla regione, sentite le province e i comuni. Ebbene, alla proposta del nuovo piano da parte del Presidente della Giunta Regionale, Roberto Occhiuto, il Presidente della Provincia Ferrari, né tantomeno il Sindaco Voce, già in possesso della bozza dal settembre 2022, nulla hanno contestato o osservato, lasciando quindi che si ipotecasse un futuro di veleni e malattie per il territorio. Ha avuto ben due anni per correggere il nuovo piano, ed in particolare Voce, ma quando i consiglieri di minoranza gli chiesero in consiglio comunale perché non avesse sollevato osservazioni sulla bozza di Piano, che di fatto condannava a morte Crotone, rispose che “al Comune arrivano centinaia di carte”. Quindi, l’unico provvedimento logico che le Istituzioni dovrebbero prendere, in ragione dei gravissimi impatti negativi sull’ambiente e sulla salute umana, evitando invece annunci demagogici e immaginari su presunti risultati, basti leggere quanto riportato dalla stampa sulle dichiarazioni di ieri del Commissario Straordinario alla Bonifica, il generale Errigo, che fa sapere di aver già individuato il sito per una nuova discarica di rifiuti pericolosi con amianto in provincia di Crotone, è: provvedere ad abrogare in toto il nuovo Piano Rifiuti Regionale, che favorisce lo sviluppo di una sovraccapacità degli impianti di trattamento dei rifiuti residui con la termovalorizzazione, così come favorisce la realizzazione di discariche di scopo di rifiuti speciali, reintroducendo, nel frattempo, stringenti vincoli sulla tutela dell’ambiente e delle politiche del riciclo, così come chiesto dall’Europa».
In tal senso il Comitato “Fuori i veleni. Crotone vuole vivere” fa sapere che avanzerà precise proposte: «Ci auguriamo che i rappresentanti delle diverse forze politiche e dei movimenti presenti in Consiglio le faranno proprie per pervenire alla definizione di un quadro di riferimento legislativo capace di tutelare i territori e di costruire uno strumento aderente alle direttive europee e realmente innovativo in materia di trattamento e smaltimento dei rifiuti. Per evitare di trasformare la Calabria in discarica dei rifiuti speciali e pericolosi prodotti sul territorio nazionale e per chiedere ed imporre a chi ha prodotto veleni traendo lauti profitti di bonificare il Sin di Crotone facendosi carico di portare i veleni fuori Regione come previsto dalle leggi vigenti. Eventuali forzature saranno oggetto di denunzie a livello nazionale ed europeo nella certezza che la magistratura farà giustizia se necessario», concludono gli attivisti.

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