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inchiesta “Sartoria”

Rapporti intimi in cambio dell’assunzione al “Pugliese Ciaccio”, così il tecnico «abusava» del suo ruolo

Le accuse ad Antonio Nicola Arena, ora sospeso. Le selezioni e l’iter modificato. Le pressioni e le conversazioni ambigue

Pubblicato il: 03/07/2024 – 16:17
di Mariateresa Ripolo
Rapporti intimi in cambio dell’assunzione al “Pugliese Ciaccio”, così il tecnico «abusava» del suo ruolo

CATANZARO «Eh amore mio, ti posso chiamare amore mio? per oggi». «…Ti metti il vestitino corto». Conversazioni inequivocabili e una ricostruzione che lascia poco spazio all’immaginazione. Avrebbe chiesto rapporti sessuali in cambio di un’assunzione. Antonio Nicola Arena (cl. ’60), responsabile tecnico di laboratorio dell’AO “Pugliese Ciaccio” di Catanzaro e membro della commissione tecnica di gara, «abusava» così del suo ruolo. È un quadro particolarmente degradato quello tracciato dal gip Gilda Danila Romano nell’ordinanza dell’inchiesta “Sartoria” della Procura di Catanzaro che ha portato a misure cautelari nei confronti di 15 soggetti – sono in tutto 29 le persone indagate – accusati, a vario titolo, di corruzione, concussione, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, turbata libertà degli incanti, truffa aggravata ai danni dello Stato, falso ideologico, abusiva introduzione in sistema informatico ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, poste in essere anche a vantaggio di plurime società nei confronti delle quali è stata ipotizzata la rispettiva responsabilità amministrativa. Per lo stesso Arena è stata disposta la sospensione dall’esercizio di uffici e servizi pubblici.

L’interessamento e le pressioni, le selezioni e l’iter della procedura modificato

La vicenda che vede protagonista il 64enne riguarda la procedura avviata dall’ospedale Pugliese Ciaccio nell’estate-autunno 2020 per l’assunzione di un tecnico di laboratorio biomedico. Prima componente della Commissione esaminatrice del concorso “per il reclutamento di personale a tempo determinato in sostituzione di personale assente di tecnico di laboratorio biomedico”, bandita con avviso del 29 luglio 2020, e poi ex componente della stessa e collega di un altro componente della medesima Commissione, secondo l’accusa, Antonio Nicola Arena «rappresentando la possibilità di favorire nella selezione» una candidata, «avrebbe costretto quest’ultima a promettergli incontri finalizzati alla consumazione di rapporti sessuali». Per l’accusa, l’uomo aveva addirittura fatto «modificare le modalità di selezione per garantire il buon esito per la sua protetta».
Il 31 luglio 2020 è direttamente lui a informare la donna della procedura avviata e la spinge a partecipare garantendole l’esito e il collocamento all’interno del laboratorio da lui diretto «alludendo ad approfondire la discussione sull’argomento in altra sede», e «sollecitando, cosa che avverrà più volte durante tutte le loro interlocuzioni, a vedersi di persona, lasciandosi spesso andare a commenti e ad osservazioni di natura inopportuna se si valuta il rapporto professionale sulle prime intercorrente fra i due».
Un primo “intoppo” tuttavia «aveva fatto infrangere il sogno». Arena – ricostruisce il gip – si informa sui criteri di scelta dei candidati ed emerge che sarebbe dovuta avvenire sulla base dei soli titoli. La donna, che non ne possedeva nessuno, nella prima graduatoria «era totalmente scesa». È a questo punto che Arena tenta, riuscendoci, parlando con i colleghi di far modificare i criteri di selezione: «restando sul generale, sottolinea come tale unico criterio impedirebbe le assunzioni trattandosi di candidati che hanno sul campo ove andrebbero ad operare, per cui sarebbe importante selezionarli sulla base di un colloquio diretto che analizzerebbe tale aspetto e consentirebbe subito l’assunzione e quindi la copertura dei posti banditi; al fine quindi di non sminuire comunque la formazione teorica suggerisce di modificare i criteri e operare una selezione per titoli e colloquio, con i titoli incidenti sul trenta per cento del punteggio finale e il colloquio sul settanta per cento». Arena, che a fronte di un ricorso promosso da terzi, era risultato incompatibile a comporre la commissione di esame, riesce tuttavia a farsi sostituire da un collega al quale aveva fornito «le indicazioni secondo cui procedere per completare un lavoro che lui aveva già avviato» garantendo il sostegno alla ragazza, scrive il gip.

La lista delle domande concordate

Ma l’intervento di aiuto si spinge anche oltre, Arena avrebbe chiesto alla donna di stilare una lista di probabili domande: nelle conversazioni – scrive il gip – «che avvengono nei giorni antecedenti alla prova orale – via telefono, con messaggi WhatsApp e con mail – i due affrontano e passano in rassegna i vari argomenti e le varie questioni che potevano essere prova di esame orale; così è la stessa candidata ad individuare gli argomenti sulla quale poi sarebbe stata interrogata». Il 24 agosto la commissione si riunisce per predisporre le domande per i candidati e i criteri di valutazione, riunione alla quale si presenta anche l’ormai uscente Arena che riesce a far leva su entrambi i temi: «proprio il file che la ragazza trasmette all’uomo conterrà quelle domande che saranno poi accolte dalla commissione come prova di esame». La ragazza arriva settima: «posizione utile per l’assunzione. Spiegherà successivamente Arena alla giovane che era stato lui a «farla appositamente posizionare al settimo posto».

Le pressioni e le conversazioni ambigue: «…Ti metti il vestitino corto»

Quello che emerge – scrive il gip – è come «Arena si ponga verso la ragazza in maniera extra professionale arrivando nelle varie conversazioni ad assumere un atteggiamento chiaramente ambiguo e allusivo, con riferimenti personali e intimi, alludendo a incontri di notte, al tempo libero che la ragazza passa con il suo fidanzato, lasciando prospettare poi incontri di pari tenore con lui, circuendo chiaramente la ragazza che si lascia chiamare “amore” fino ad acconsentire ad incontrarsi». «Eh amore mio, ti posso chiamare amore mio? per oggi». «…Ti metti il vestitino corto», scrive il 64enne alla giovane. (m.ripolo@corrierecal.it)


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