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Sanità e truffa, le prestazioni del prof nelle strutture private nonostante «l’esclusiva» con l’università

Secondo l’accusa Cascini avrebbe «schermato i guadagni fittizi» derivati dalle prestazioni in due centri: uno a Crotone a l’altro a Napoli

Pubblicato il: 03/07/2024 – 19:15
di Giorgio Curcio
Sanità e truffa, le prestazioni del prof nelle strutture private nonostante «l’esclusiva» con l’università

CATANZARO Quasi 300mila euro di indennità percepite nel periodo 2017–2021 dal “Mater Domini” e dall’Università Magna Graecia di Catanzaro: 218.202,79 euro in regime di lavoro esclusivo dall’azienda universitaria, oltre 80mila euro, invece, in regime di tempo pieno dall’UMG. Ma, in realtà, avrebbe prestato servizio anche in altre strutture private. Sono queste le accuse mosse dalla procura della Repubblica di Catanzaro e riportate del gip nell’ordinanza, nei confronti di Giuseppe Lucio Cascini, il classe ’72 finito oggi agli arresti domiciliari nel blitz eseguito dagli uomini della Guardia di Finanza di Catanzaro. Secondo le risultanze investigative, dunque, Cascini «avrebbe dichiarato falsamente di optare per il regime di impiego a tempo pieno» e non avrebbe comunicato «lo svolgimento di attività incompatibili con il regime contrattuale», annotano il gip nell’ordinanza.

Attività in strutture private mediche private

Come ricostruito dall’accusa, e riportato dal gip nell’ordinanza, il professor Cascini in buona sostanza «avrebbe svolto anche attività lavorativa presso strutture mediche private» tra Crotone e Napoli, un impegno lavorativo «del tutto irregolare e illegittimo» scrive il gip «considerando propriamente il suo inquadramento nella istituzione universitaria, in piena violazione quindi delle normative di settore» con ulteriori atti illeciti «chiaramente funzionalizzati a occultare il parallelo impegno lavorativo», attraverso un complesso sistema di registrazione/fatturazione delle somme spettanti e una struttura di interpostone fittizia di modo che non risultassero i suoi guadagni extra. Ecco che, sempre secondo l’accusa e come riporta il gip nell’ordinanza, Cascini «avrebbe prestato attività sanitaria regolare» in favore di centri diagnostici privati, ma le fatture emesse da varie società sarebbero solo «degli schermi fittizi e società cartiere riconducibili tutte alla figura del suo complice commercialista Carmine Damiano (tra gli indagati), la Value e la Stratego, risultanti quindi percettori delle somme pagate dai centri diagnostici».



«Peppe Cascini è una persona perbene»

C’è una conversazione riportata nell’ordinanza in cui proprio Cascini, mentre si trova a Germaneto, spiega: «(…) Vi faccio un ragionamento di cui io sono molto orgoglioso… io sono consulente del (…) per esempio noi abbiamo una “Medicina Nucleare” completamente privata. Vuol dire che noi oggi facciamo pagare ad un paziente 450 euro per effettuare una PET… cosa che in un mercato calabrese… non ci credevo neanche io… siamo riusciti in un percorso di 3 anni, a creare un meccanismo per il quale… Peppe Cascini è una persona perbene…», riferendosi ad una struttura sanitaria di Crotone. Anche nel centro di Napoli Cascini sarebbe stato presente con una certa frequenza. La perquisizione dell’ufficio di Cascini a Germaneto ha permesso agli uomini della GdF di trovare 7 cd identificati con i nominativi di sette pazienti e una pendrive contenente cartelle con nomi di pazienti contenenti immagini radiografiche.

I guadagni “fittizi”

Allo stesso tempo, l’analisi della casella di posta elettronica ha restituito le mail con i dipendenti del Centro campano e, in uno scambio di mail con il suo commercialista del 22 gennaio 2020, i due si trasmettono il contratto di consulenza con la previsione di un compenso pari a 20mila euro. Come emerso dalle indagini, inoltre, a fine anno il commercialista chiede a Cascini quale è la somma percepita in modo da regolarizzare la differenza, con quest’ultimo che – riporta il gip – sarebbe intervenuto per far figurare come compenso complessivo per le prestazioni erogate dai centri per l’importo massimo consentito stante la dipendenza dall’università, di 5mila euro. (g.curcio@corrierecal.it)

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