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Autonomia, Fiom Cgil: «A rischio anche la contrattazione collettiva»

Il segretario della Fiom Cgil Calabria Umberto Calabrone richiama all’unità del Paese perché a rischio anche i diritti dei lavoratori

Pubblicato il: 04/07/2024 – 15:11
Autonomia, Fiom Cgil: «A rischio anche la contrattazione collettiva»

COSENZA La legge procedurale sull’autonomia differenziata a firma Calderoli (Lega) un risultato l’ha già ottenuto: dividere l’opinione pubblica così come di fatto è divisa l’Italia che viaggia a doppia velocità. Contro la legge si schiera anche la Fiom Cgil che lancia l’appello sugli effetti che l’applicazione della norma potrebbe avere anche sulla contrattazione nazionale. «La nostra Costituzione – scrive in una nota Umberto Calabrone segretario regionale della Fiom Cgil – si fonda sul lavoro, su diritti sociali uguali in tutto il Paese reclamando pari opportunità. L’approvazione dell’autonomia differenziata, voluta dal Governo Meloni-Salvini- Taiani lede profondamente questi principi e allarga, forse definitivamente, le fratture già in atto nel Paese. Le statistiche rilevano che, tra il 2021 ed il 2023, la popolazione del Mezzogiorno si è ridotta di oltre un milione di persone, a fronte di una sostanziale stabilità demografica nel Centro-Nord dovuta alla coesistenza di due fenomeni come denatalità ed emigrazione di uomini e donne dal sud verso altre aree. Pertanto: il sud invecchia sempre di più e si riduce la popolazione in età lavorativa, che trova lavoro, perlopiù precario, sfruttato ed a volte al limite dello schiavismo, nei servizi, nel terziario avanzato e nell’agricoltura. Alle regioni del Sud ed in particolare alla Calabria, in ragione del loro “ritardo di sviluppo “è stato offerta solo la possibilità di fare ricorso solo ai fondi straordinari del PNRR, sostitutiva dei fondi straordinari a quello che dovrebbe essere una politica ordinaria di governo del Paese. Essi, formalmente, saranno utilizzabili fino al 2026, ma si prevede, con la possibilità di spesa probabilmente per qualche anno in più. Ciò che è certo è che, senza una visione complessiva ed organica di cosa produrre e di come produrlo; con l’assenza di una vera politica di sviluppo sostenibile, è certo che questi programmi non lasceranno niente di concreto e di durevole, semmai “drogheranno” solo per alcuni anni l’economia e la finanza. La vera novità del Piano Next Genereration EU basato su transizione green, trasformazione digitale, istruzione avanzata, servizi sanitari moderni e il rafforzamento di infrastrutture sociali per permettere di ridurre le disparità territoriali, soprattutto in Calabria è stato disatteso e depotenziato, anche per l’assenza di un vero confronto con le parti sociali, ed il Sindacato in particolare».

Calabrone: “fondamentale contrastare questa legge”

«Questi temi – prosegue Calabrone – direttamente o meno sono le materie su cui interviene, in maniera assolutamente difforme con ciò che servirebbe, la legge sull’autonomia differenziata. Il grande equivoco, se non imbroglio, lo sta disvelando il presidente della Regione Veneto, che, a prescindere dall’individuazione non contemplata per tutte le materia dei Lep, sta già chiedendo la devoluzione della potestà giuridica e legislativa. Sono evidenti quindi le conseguenze già oggi legate alla possibilità di trasferire competenze a singole regioni, a discapito degli interessi dell’intero Paese: si pensi al commercio estero o ai rapporti con la UE. Un’altra delle materie che può essere richiesta dalle singole regioni è quella sulla contrattazione collettiva e se già in passato qualche membro del Governo sosteneva che i lavoratori devono essere pagati in modo diverso in base al luogo in cui lavora, oggi con l’autonomia differenziata si potranno realizzare nuove gabbie salariali, che aggiungeranno disparità. È certo che l’autonomia differenziata, metta in discussione il CCNL, che, dagli anni 70, rappresenta uno dei cardini del nostro paese per garantire salari, diritti, pari dignità dei lavoratori, progresso e civiltà sociale. In un contesto che già oggi, grazie alle scellerate scelte sociali compiute in nome dell’austerità, risulta fortemente critico. al sud è aumentata la povertà assoluta che arriva al 10.7% pari a 906.000 famiglie. Si tratta per il 16% famiglie di operai. Questo dato è estremamente emblematico, non solo perché ha visto una crescita esponenziale in questi ultimi anni toccando oggi ben 250. 000 persone, ma perché ha fatto esplodere un dato con cui fare i conti: non basta avere un lavoro per vivere dignitosamente. Pertanto, è fondamentale contrastare questa legge, con ogni mezzo possibile e con tutte le alleanze necessarie, siano esse sociali, politiche, istituzionali. Ben vengano i preannunciati ricorsi alla Consulta delle Regioni; la mobilitazione dei sindaci. Ma anche per noi sindacato, per la Cgil, già in campo per raccolta delle firme sui quesiti lavoristici, oggi si aggiunge il cimento della raccolta firme contro l’autonomia differenziata per un Paese unito. Non l’Italietta delle Regioni ma la vera idea dell’Italia fondata sulla solidarietà, una e indivisibile».

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