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Corruzione, i «rapporti di cortesia» del generale calabrese con imprenditori, dirigenti e politici

Nel mirino dell’inchiesta della Procura di Milano l’ufficiale Liporace. Dagli incontri con l’armatore alla richiesta di biglietti per l’Olimpico

Pubblicato il: 04/07/2024 – 15:57
di Giorgio Curcio
Corruzione, i «rapporti di cortesia» del generale calabrese con imprenditori, dirigenti e politici

MILANO Gli inquirenti delle Procura di Milano sono risaliti al suo nome quando, nel corso di un’altra inchiesta, hanno setacciato gli smartphone dei due fratelli Massimiliano e William Fabbro, azionisti di maggioranza della holding “HSG Srl”. Conversazioni dalle quali sarebbe emersa una «relazione risalente nel tempo» – si legge – e connotata da una intensità tale che «non si fatica a comprendere come possa aver costituito la base per lo sviluppo delle vicende di cui al presente procedimento». Lo scrive nero su bianco il gip nel Tribunale di Milano, Domenico Santoro, nell’ordinanza che, questa mattina, ha portato all’arresto dell’imprenditore Ennio De Vellis, finito ai domiciliari come il Generale di Brigata dell’Arma dei Carabinieri, nonché Comandante dei Carabinieri presso il 2° reggimento allievi e marescialli e Brigadieri di Velletri, Oreste Liporace, calabrese classe ’62 di Belvedere Marittimo. Presunte assegnazioni illecite di fondi e appalti pilotati, queste le accuse mosse nei suoi confronti, con i due Fabbro che figurano nell’elenco degli indagati.

L’inchiesta e le accuse

L’indagine del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Milano, coordinata dal pm Paolo Storari, riguarda ipotesi di corruzione, turbativa e false fatture su un appalto da quasi 700mila euro per servizi di pulizia della caserma. Una commessa affidata, fino al 2021, all’impresa Fabbro. Il pubblico ufficiale sarebbe stato corrotto con 22 mila euro, ma anche con altre utilità come borse di lusso, noleggi auto, biglietti per lo stadio Olimpico e per la Scala di Milano. 

Imprenditori, dirigenti e politici

Si tratta di rapporti risalenti almeno al febbraio 2015 e che si «dipanano attraverso numerosi incontri e momenti conviviali, avvenuti tra Milano, Padova e Roma, anche in presenza di altri imprenditori, di dirigenti e di politici», annota il gip. Si tratta di rapporti spesso connotati da «gesti di reciproca cortesia e di varia natura, scambi di auguri, suggerimenti», si legge ancora nell’ordinanza, e documentati fino a pochi giorni prima dell’esecuzione dell’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti dei fratelli Fabbro, avvenuta il 3 maggio del 2022 e ripresi il giorno successivo alla revoca della stessa misura, il 7 settembre 2022. 

Il trait d’union con l’armatore

La Procura di Milano ha sottoposto al gip una lunga serie di conversazioni, riportate nell’ordinanza, dalla quale il gip coglie «come Ennio De Vellis sia soggetto sovente presente in occasione degli incontri fra i due. Emerge, poi, una rete relazionale più ampia, favorita da Liporace, il quale spinge, ad esempio, per un incontro fra Massimiliano Fabbro, William Fabbro, nella interazione, fra i quali traspare il riferimento a vicende afferenti a bandi di gara». Il legame esistente fra i due indagati emerge anche dalle attività di intercettazione autorizzate. In una conversazione riportata nell’ordinanza e risalente al 6 dicembre 2022, Liporace riferiva a Massimiliano Fabbro di aver parlato con «questi qua della Grimaldi che sono in tutto il mondo… per la logistica».  E ancora: «(…) cioè, diciamo la verità, se glielo chiedi questi sono pronti… fanno centinaia e centinaia di movimenti in tutto il mondo…» «però la cosa la devi vedere tu, perché io poi… non capisco questa cosa come funziona…». Liporace spiega ancora a Fabbro: «(…) cioè, parliamo un attimino perché lo chiamiamo insieme, tu ci vai a trovarlo perché questo poi gira tutto il mondo… e questo sarebbe una parte importante, senza gare, cavoli e cose così, così almeno uno va su una linea dritta… li ho aiutati molto, quindi si possono anche muovere bene…». Come riporta il gip nell’ordinanza, Liporace avrebbe suggerito a Fabbro di «studiare l’argomento della logistica» e riferiva di aver parlato con Grimaldi di lui. «(…) perché c’ho parlato, e gli ho detto: guarda, adesso non ho qui le condizioni, però… si, ma io non… che, che dobbiamo fare per te, Oreste? Gli ho detto, guarda, c’è una persona importante, ho detto, che vuole anche a cominciare a convertire un pochino tutto sulla logistica, è bravo…». I due, quindi, concordano di vedersi “al solito posto”, cioè a Roma, martedì 13 dicembre 2022. Le conversazioni rivelano, annota il gip, un «interessamento molto forte di Liporace per le vicende delle imprese di Fabbro», al punto da «mettersi in contatto direttamente con un colosso della navigazione».

«Relazioni con imprenditori, dirigenti e uomini politici»

Come ricostruito dagli inquirenti e riportato dal gip, inoltre, l’apicale ufficiale dell’Arma sarebbe stato colto in conversazioni che ne denotano «relazioni con imprenditori, dirigenti e uomini politici». Ad esempio, il 22 dicembre 2022, avrebbe proposto ad un imprenditore veneto di organizzare «una tavola rotonda di 5 imprenditori, 4, che chiaramente io ci metto la parte delle Forze Armate, nel senso mia, e lo facciamo venire con quelli che sono dei briefing di aziende per lo sviluppo negli Stati Uniti e nel mondo…». Nelle ricostruzione accusatoria, inoltre, sarebbero emersi altri rapporti intrattenuti dal Generale con l’imprenditore F. V., commerciante di autoveicoli in Calabria, al quale Liporace «avrebbe chiesto la possibilità di procurare dei biglietti per l’ingresso allo Stadio Olimpico di Roma per le due figlie», annota ancora il gip. In un’altra occasione, invece, Liporace si sarebbe interfacciato con un altro imprenditore chiedendogli, in sintesi, se «esistesse la possibilità di autografi e biglietti per l’ingresso ad eventi calcistici vari, a favore delle figlie». (g.curcio@corrierecal.it)

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