COSENZA «Maschi hanno le pistole i marocchini hanno le pistole, ora andiamo noi con le pistole aspetta che faccio un paio di chiamate». La videochiamata, intercettata, finisce nelle carte dell’inchiesta denominata “Recovery” coordinata dalla Dda di Catanzaro contro il narcotraffico a Cosenza. Un uomo racconta al suo interlocutore i dettagli di un accoltellamento subito all’interno del Parco Romeo di Cosenza. «Vedi che mi ha accoltellato pure a me il figlio di puttana», dice la vittima e il suo interlocutore: «ora dov’è lui?». L’aggressore, da quanto trapela, si trova in ospedale a Cosenza. i fatti risalgono al 2020 e chi indaga lo intuisce grazie ad un’altra intercettazione captata. E’ la fidanzata dell’aggressore a telefonare e il compagno ammette l’accaduto: «Sto morendo amore (…) mi fa male il cuore». La compagna in preda al panico, ammette di essersi recata in Questura. «Parlo un attimo con la Polizia che non ti sento bene».
In una fase successiva delle indagini viene captata una conversazione telefonica tra la vittima e l’aggressore. Tuttavia, a mediare, sarà una addetta dell’ospedale Civile dell’Annunziata di Cosenza. La vittima dell’aggressione chiede alla donna di riferire ad all’uomo «colpito al cuore» che è sua intenzione ammazzarlo.
Sarà un’altra captazione a rivelare quanto accaduto tra i due uomini feriti al termine della colluttazione. I due si sarebbero dati appuntamento a Cosenza nel luogo dove poi si sarebbe consumata l’aggressione. La vittima dell’accoltellamento racconterà ad un interlocutore i dettagli. Una volta giunto a via Roma, a Cosenza, trovava un uomo in «possesso di una pistola» mentre un altro «estraeva un coltello e lo colpiva al collo e alle spalle». Durante l’aggressione la vittima riusciva a disarmare l’uomo col coltello «e con lo stesso coltello colpiva il medesimo in più parti del corpo non meglio specificate». Sarà lui stesso a consegnare l’arma (il coltello) ai poliziotti in servizio alla Questura di Cosenza. Del caso riferirà anche una persona ai carabinieri in servizio alla Compagnia di Cosenza Centro. «Il ragazzo è stato molto fortunato, in quanto il fendente ha sfiorato parti vitali del corpo, quali ad esempio la vena giugulare o i vasi principali del corpo». (f.b)
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