CATANZARO Floriano Noto ha parlato di coppia vincente che si ricostituisce dopo i successi ottenuti con la Juve Stabia. Ciro Polito e Fabio Caserta, nuovi ds e allenatore del Catanzaro post Vivarini e Magalini, si conoscono bene. Più volte compagni di squadra da calciatori, fino ai successi ottenuti insieme a Castellammare di Stabia dove hanno vinto un campionato di serie C. Il patron giallorosso, inaspettatamente abbandonato dal suo precedente staff tecnico, seppure dopo lunghe e tormentate riflessioni, ha deciso di ripartire dalla voglia di riscatto degli ex Bari e Cosenza, il primo reduce da un torneo fallimentare (considerate le ambizioni del club pugliese) e una salvezza strappata coi denti, il secondo da un esonero definito dallo stesso Polito incomprensibile. «Era a tre punti dai playoff», ha detto ieri il dirigente campano, senza però ricordare che il tecnico di Melito Porto Salvo da tempo era contestato dalla tifoseria bruzia perché, seppure privo dell’infortunato Tutino, aveva perso malamente due derby contro il Catanzaro e la sua squadra sembrava da tempo scarica e in caduta libera, a tal punto da avvicinarsi pericolosamente alla zona playout (con l’arrivo di William Viali i Lupi sono rinati arrivando a sfiorare l’accesso ai playoff). Un particolare saggiamente dimenticato ieri da Polito che, già in pieno clima derby, ha tenuto a ricordare che il Cosenza, prima dell’arrivo di Caserta, in sei anni di B aveva sempre lottato per la sopravvivenza, con due playout vinti. Insomma, una difesa in parte claudicante dell’amico Caserta quella del ds, ma comunque comprensibile perché indirizzata a fortificare e dare slancio al nuovo progetto Catanzaro di cui lui, se n’è avuta prova proprio durante la conferenza stampa (Polito ha praticamente offuscato il neo direttore generale Morganti), sarà il protagonista indiscusso.
Amici ma con due caratteri diversi Polito e Caserta. Il primo spavaldo, esuberante, orgogliosamente antipatico, capelli rasati, sorriso furbo appena abbozzato e giacca a doppio petto da giovane imprenditore rampante, il secondo totalmente riservato, cupo e senza sorrisi di troppo, capelli non sempre pettinati a dovere, una barba folta a nascondere le espressioni del volto e parole mai trascinanti. Il tempo dirà se riusciranno a compensarsi anche in una piazza calda ed esigente come Catanzaro. Una piazza che non ha accolto benissimo l’allenatore per i suoi trascorsi in riva al Crati e gli esoneri di troppo nelle ultime stagioni. (f.v.)
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