Otto condanne sono state chieste dalla procura di Torino in un processo, in corso con il rito abbreviato, che fra i diversi episodi contestati annovera l’ infiltrazione di personaggi legati alla ‘Ndrangheta in Liberamensa, la cooperativa sociale responsabile della vecchia gestione del bar interno del Palazzo di giustizia subalpino. Le pene proposte dai pm Paolo Toso e Francesco Pelosi variano dai 12 anni ai 20 mesi di reclusione.
L’inchiesta, coordinata dalla Dda, sfociò nel luglio del 2023 in una serie di arresti. Liberamensa fu creata nel 2016 e messa in liquidazione nel 2020. Dodici anni per il boss conclamato Rocco Pronestì e 10 anni e mezzo per il suo “sodale” Rocco Cambrea. Tre anni invece per Silvana Perrone.
La società, secondo l’accusa, l’avrebbero gestita grazie a presunti prestanome posti al vertice della società. Acquisendo la titolarità della cooperativa assegnataria dell’appalto di gestione grazie anche a una signora molto nota, in provincia di Torino, Perrone appunto. Che risponde di trasferimento fraudolento di valori con l’aggravante – in concorso con altri 6 – di aver agevolato l’associazione mafiosa denominata ‘ndrangheta. (ANSA)
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