REGGIO CALABRIA L’ordine del giorno non era sulla carta particolarmente impegnativo, almeno sul piano politico, e i lavori l’hanno confermato, producendo una seduta di Consiglio regionale – la prima dopo la (lunga) pausa elettorale – nel complesso anche serrata a tratti ma non astiosa. Ci ha provato l’opposizione, e soprattutto il Pd, che ha sì rinviato l’assalto sull’autonomia differenziata – in ballo alla viglia c’era anche l’idea di una mozione, non concretizzata perché ovviamente sarebbe stata bocciata – depositando insieme ad altri alleati una proposta di referendum abrogativo del Ddl Calderoli ma è tornato alla carica sugli enti strumentali della Regione evidenziando qualche scollamento nella maggioranza. Al tirar delle somme, comunque il centrodestra, nel quale pure non mancano fibrillazioni e tensioni, stavolta non ha chiuso in affanno ma i dem comunque hanno “marcato” la seduta con diversi passaggi politici significativi.
Il dibattito quindi ha riguardato soprattutto il tema degli enti strumentali della Regione, segnatamente Calabria Lavoro, oggi Arpal, e Calabria Verde, all’ordine del giorno con alcuni documenti contabili risalenti nel tempo (come il rendiconto 2022 di Calabria Lavoro e quello 2019 di Calabria Verde). All’attacco anzitutto Amalia Bruni del Pd, che stigmatizza «il ritardo nell’approvazione di questi documenti, ritardo anche di tre anni», cosa che a suo dire «denota mancanza di trasparenza, mancanza di programmazione e mancanza di controllo rigoroso sugli enti chiedendo alla maggioranza di centrodestra un cambio di rotta». Antonio Montuoro di Fratelli d’Italia respinge le accuse della Bruni rimarcando invece «la direzione impressa dalla Giunta Occhiuto, opposta a quella fallimentare del passato, nella gestione degli enti strumentali». Tesi sostenuta anche da Pasqualina Straface di Forza Italia e soprattutto dall’assessore regionale al Lavoro Giovanni Calabrese che ricorda come «per quanto riguarda le politiche attive del lavoro stiamo cambiando le cose, mettendoci alle spalle in carrozzone Calabria Lavoro con l’Arpal» ricordando «gli sforzi in atto per svuotare i tanti bacini di precariato eredità del passato». Su Calabria Verde interviene poi Antonio Lo Schiavo del Misto che cita «i 10 milioni di fondo crediti di dubbia esigibilità, che significano che l’ente è in deficit. Con Calabria Verde rischiamo dii vedere un film già visto, la situazione è fuori controllo, è necessaria un’audizione straordinaria del commissario dell’ente». La replica all’assessore regionale all’Agricoltura e alla Forestazione Gianluca Gallo, che sottolinea come «noi oggi stiamo normalizzando una corazzata da 4.000 dipendenti dopo aver ereditato una situazione disastrosa: sapete che Calabria Verde ogni anno deve restituire 3 milioni alla Regione per un vecchio decreto che ha sottratto risorse a Calabria Verde? Ricordo – sostiene poi Gallo – che il Pd in Parlamento votò contro gli emendamenti dell’allora deputato Occhiuto per ripristinare i fondi tagliati alla forestazione calabrese. E ricordo che si discute oggi di un rendiconto 2019, anno in cui governava il centrosinistra, che alla guida di Calabria Verde insediò, in un’ottica tesa solo all’indagine e non al rilancio dell’ente. il generale dei carabinieri Mariggiò, che ovviamente non poteva avere la competenza manageriale che serviva».
Sul piano politico, comunque, particolarmente incalzante è Raffaele Mammoliti, del Pd, protagonista di diversi “siparietti” con il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso. Mammoliti fa presente a Mancuso di «non aver fatto gli auguri al presidente Occhiuto per l’elezione alla guida della Commissione intermediterranea»: «Glieli ho fatti ieri con una nota ufficiale», risponde Mancuso. Ancora, Mammoliti critica il ritardo nel rinnovo delle Commissioni del Consiglio regionale, a suo dire «scadute»: «Scadono agli inizi di settembre, replica ancora Mancuso. Mammoliti poi avanza la richiesta di «un Consiglio regionale ad hoc perché la proposta di governo di Occhiuto e della sua maggioranza dopo 2 anni e mezzo avrebbe bisogno di una manutenzione anche alla luce di certe scelte di livello nazionale e di alcuni scricchiolii che si notano nella maggioranza. E ribadiamo la necessità di una visione di sistema degli enti strumentali. Il centrodestra – rimarca Mammoliti – la smetta di dire di aver cambiato passo sul lavoro e sui precari perché governa ormai da quasi 5 anni. C’è una regione che rischia di sprofondare come dicono i fati macroeconomici, su questo – aggiunge Mammoliti – la maggioranza dovrebbe rispondere e non fare i gradassi». Sui documenti contabili di Calabria Lavoro e Calabria Verde il Pdi si asterrà. Fin qui le fasi salienti del dibattito. Nella prosecuzione dei lavori vanno in porto senza alcun problema, e sostanzialmente all’unanimità, le pratiche all’ordine del giorno: via libera alla proposta di legge bipartisan Ernesto Alecci del Pd-Katya Gentile della Lega sul riconoscimento dell’albergo nautico diffuso e alla istituzione di due nuove Riserve naturali regionali, quella di Sant’Andra Jonio (proposta da Pietro Raso della Lega e Montuoro) e quella dei laghi La vota di Gizzeria (Raso). Infine approvata una proposta di legge che fa rientrare in dipendenti di Calabria Verde sotto l’ombrello della contrattazione collettiva pubblica. Infine, attivati i poteri sostitutivi del presidente con riferimento alla nomina dei revisori di Arsac e Calabria Verde. (c. a.)
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