COSENZA Francesco Caruso ha espresso il proprio giudizio sulla sentenza della Corte di Appello di Catanzaro che ha accolto le richieste dell’avvocato Nicola Carratelli, difensore di Mario Occhiuto, confermando l’assoluzione dell’ex sindaco di Cosenza.
«Esprimo soddisfazione nell’apprendere della pronuncia della Corte di Appello di Catanzaro che, confermando la sentenza di primo grado, assolve con formula piena Mario Occhiuto, già Sindaco di Cosenza e attuale Senatore della Repubblica, dalle accuse a lui mosse nell’ambito dell’inchiesta denominata “Rimborsopoli Cosenza”. Chi ha avuto il privilegio di operare insieme al Senatore Occhiuto per il bene della città, condividendo e sostenendo un’azione amministrativa efficace condotta per dieci anni all’insegna della limpida liceità, non ha mai avuto dubbi su una verità ristabilita da un’ulteriore, scontata sentenza che, però, non potrà mai cancellare i sentimenti di angoscia e il senso d’impotenza di chi, consapevole di non aver commesso alcun reato, è stato costretto non solo a vivere l’esperienza di un ingiusto procedimento giudiziario ma anche a sopportare il clima di sospetto, diffamazione e gogna mediatica volutamente creato da avversari politici e detrattori. Nei suoi riflessi politici, la sentenza in questione è da leggersi congiuntamente a quella di assoluzione di tutti gli imputati interessati dal procedimento per i presunti “appalti spezzatino” (che pure non vede coinvolto alcun amministratore): è evidente la prova che l’attività di dieci anni di amministrazione, da parte dell’allora Sindaco e dell’intera squadra di Assessori e Consiglieri Comunali di maggioranza, è stata condotta all’insegna della trasparenza e della correttezza amministrativa. Un decennio amministrativo che ha segnato una formidabile stagione di ripensamento complessivo dell’idea stessa di città, aprendo Cosenza verso un futuro ispirato alla sostenibilità, alla socialità e all’innovazione urbanistica ma che, proprio per questo, ha suscitato al contempo l’invidia e l’odio politico che hanno animato le distorte strategie di avversari privi di alcuna capacità ma forti di relazioni utili a condizionare vicende e clima, con un’azione, rivelatasi poi anche efficace, volta ad interrompere un percorso che avrebbe meritato invece maggiore continuità».
«E’ inevitabile – prosegue il consigliere comunale – accostare quel clima a quanto avviene oggi in città: quotidianamente, assistiamo ad un atteggiamento dell’attuale amministrazione mirato a cancellare le cose belle realizzate dalla precedente: opere già compiute (nevralgiche per le dinamiche di sviluppo dell’area urbana) abbandonate all’incuria e al degrado, progetti già finanziati e affidati alle imprese esecutrici (destinati a cambiare il volto di Cosenza) tenuti nel cassetto e dimenticati nel loro aspetto attuativo, sistematica denigrazione di ogni risultato ottenuto precedentemente (attraverso una narrazione, sul piano mediatico, distorsiva della verità). Neanche il garbo istituzionale di riconoscere i meriti per opere ideate ed intraprese nella precedente amministrazione i cui risultati, maturati temporalmente in questo periodo, vengono rivendicati in via esclusiva dall’attuale Sindaco e dai suoi delegati. Sono evidenze preoccupanti di un risentimento e di un’invidia politica che si sono manifestati anche in occasione della vicenda giudiziaria richiamata in esordio. Leggiamo infatti, dell’accanimento e dell’insistenza con cui il Comune di Cosenza, costituitosi parte civile nel processo, ha corroborato la richiesta di condanna della Procura, rivendicando la confisca di un’ingente somma a titolo di risarcimento. Non ci aspettiamo che il Sindaco spieghi il perché di questa determinazione, per una causa che peraltro appariva pacificamente scontata nell’esito. Pretendiamo, però, che lo stesso Sindaco spieghi ai cittadini perché, nell’ambito del processo “Reset” (il cui esito appare molto meno scontato), egli abbia deciso di costituirsi parte civile escludendo analiticamente, tuttavia, proprio i capi d’imputazione che interessano un assessore della sua Giunta (l’assessore coinvolto ha perfino partecipato alla votazione della delibera). Se il Sindaco non fornirà argomentazioni convincenti, resteremo purtroppo della triste convinzione che questi atti rivelano unicamente opportunismo, ipocrisia, doppiopesismo rispetto a principi di legalità e trasparenza che sopravvivono unicamente nei proclami e nelle intenzioni, rivelando invece la plastica dimostrazione che chi governa oggi la città crede di poter fare tutto e il contrario di tutto, incurante del giudizio dei cittadini».
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