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Microplastiche: i rischi per la salute e i 10 modi per ridurli

Cento volte più piccole del diametro di un capello e si depositano ovunque

Pubblicato il: 06/07/2024 – 8:40
Microplastiche: i rischi per la salute e i 10 modi per ridurli

Sono cento volte più piccole del diametro di un capello e hanno origine dalla plastica che si rompe in pezzi progressivamente più piccoli. Proprio per le minuscole dimensioni (variano da 5 millimetri fino a 1 micrometro, ovvero 1 milionesimo di metro) le nanoplastiche e le loro sorelle «maggiori», le microplastiche, si depositano ovunque: nel suolo, nelle piante, negli animali e dentro di noi. Sono, infatti, state trovate nel sangue, nei polmoni, nel cervello, nel cuore, nell’umor vitreo, nel latte materno, nella placenta, negli organi riproduttivi maschili.
«Le micro e nanoplastiche sono particolarmente insidiose anche per la loro capacità di accumulare sostanze tossiche come pesticidi, metalli pesanti e altri inquinanti – spiega al Corriere della Sera Nicola Montano, professore ordinario di Medicina interna all’Università Statale di Milano e direttore di Medicina interna e immunologia del Policlinico di Milano -. Inoltre, i ricercatori hanno osservato che, per le loro ridottissime dimensioni e le caratteristiche chimiche, sono in grado di attraversare la parete dei vasi e “legarsi” alle superfici delle cellule della maggior parte degli organi, in particolare di cuore, fegato e reni. Quindi nel momento in cui mangiamo cibo, beviamo acqua o respiriamo aria dove vi siano micro o nanoplastiche, assieme a esse veicoliamo nel nostro organismo sostanze tossiche che possono depositarsi a livello di qualsiasi organo. La ricerca sugli effetti di queste microplastiche sul nostro organismo è relativamente recente e diversi studi sono in corso. Uno, tutto italiano, pubblicato alcuni mesi fa su The New England Journal of Medicine, ha dimostrato che le micro e nanoplastiche si possono accumulare persino nelle arterie, all’interno delle placche di aterosclerosi, e possono aumentare il rischio di infarto miocardico e di ictus».

Nell’attesa che la ricerca prosegua, recentemente la SIMI ha pubblicato alcune raccomandazioni per ridurre l’impatto delle micro e nanoplastiche sulla nostra salute e riportate ancora dal CorSera. Ecco, in dieci punti, che cosa fare:

1. ridurre il consumo di plastica monouso e optare per alternative riutilizzabili come bottiglie/borracce termiche in acciaio inossidabile, contenitori di vetro, borse della spesa in tessuto;

2. scegliere per l’abbigliamento le fibre naturali, come cotone, lana, viscosa e canapa, rispetto a materiali sintetici come poliestere, poliammide, polipropilene e nylon, che rilasciano microplastiche durante la produzione e il lavaggio;

3. installare filtri contro le microplastiche nelle lavatrici per catturare quelle rilasciate dai tessuti durante i cicli di lavaggio, impedendo loro di entrare nel sistema idrico;

4. evitare prodotti cosmetici contenenti microplastiche, controllare sempre l’elenco degli ingredienti in etichetta per assicurarsi che non ci siano PE (polietilene), PMMA (polimetil metacrilato), PET (polietilene tereftalato) e PP (polipropilene);

5. consumare acqua filtrata, per rimuovere le microplastiche e altri contaminanti dall’acqua di rubinetto o scegliere acqua minerale in bottiglia di vetro;

6. ridurre al minimo l’acquisto di cibi confezionati in imballaggi e contenitori di plastica, optando per alternative in vetro, acciaio inossidabile, silicone o sacchetti di carta; anche in frigorifero, ridurre o eliminare l’uso di contenitori di plastica e pellicole;

7. mangiare alimenti freschi e integrali, ridurre quelli processati e confezionati che potrebbero contenere livelli più alti di contaminazione da microplastica, per la presenza di imballaggi di plastica e per le modalità di lavorazione;

8. sostenere pratiche di pesca «buone», acquistando prodotti ittici provenienti da fonti sostenibili, riducendo la probabilità di consumare pesce e frutti di mare contaminati da microplastiche;

9. smaltire correttamente i rifiuti, separando la plastica quando possibile e gettandola nei bidoni designati; è un altro modo per evitare che inquini l’ambiente e contamini cibo e acqua;

10. essere «ambasciatori» del cambiamento, dando il buon esempio e sensibilizzando familiari, amici e colleghi di lavoro sugli effetti dannosi delle microplastiche per la salute dell’uomo e dell’ambiente.

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